(...) c'è da notare una disparità di date che non
può essere attribuita a refusi tipografici.
«La pietra fondamentale di sì
vasto edificio fu posta il 5 giugno del 1796, e precisamente due
anni meno due giorni da che fu distrutto l'antica. In detto giorno
il Ven. Vincenzo, circondato dal clero, dai pubblici amministratori,
dal popolo numerosissimo, uscì processionalmente dalla Chiesa
del carmine, a porre e benedire la prima pietra del novello tempio
di S. Croce »
(C. Balzano « Il Ven. Vincenzo Romano» -1932, pagg.
67-68).
«Dopo aver sgombrata la nuova area della chiesa, il 1°
gennaio del 1795 ebbero inizio i lavori. Clero e popolo si recarono
processionalmente dalla Chiesa del Carmine la parrocchia provvisoria
al sito di Santa Croce» (S. Garofalo «Un parroco
sugli altari»-1963, pag. 59.
Circa l'anno (1796) ha ragione il Balzano, poiché
il Garofalo, nella sua pregiatissima opera citata, nella pagina
precedente, scrive che il progetto dopo alcune modifiche, fu
approvato il 24 giugno 1795, e quindi non si poteva porre la
prima pietra sei mesi prima dell'approvazione del progetto. Questo
particolare dovette sfuggire al pur esattissimo Garofalo. Ed ecco
che per questi, si può parlare di refuso, ma per Balzano,
no. Egli scrive 5 giugno 1796. La data esatta è: 1°gennaio
1796.
La chiesa sorgeva maestosa. L'ingegnere Di Nardo, interpretando
il volere di don Vincenzo, l'aveva progettata sul modello di quella
dei Gerolamini , specialmente la parte interna e il primo ordine
della facciata, se si pensa che sulle due porte laterali c'erano
i finestroni, proprio come sulla facciata della chiesa napoletana.
Detti finestroni furono murati dopo il bradisismo per l'eruzione
del 1861.
Il terremoto del 23 novembre 1980, ha messo in evidenza le tracce
preesistenti.
Per la costruzione, oltre alle pietre vesuviane, si usavano anche
quelle di tufo e i mattoni d'Ischia. Scrive mons. Salvatore Garofano,
che ogni domenica una processione, guidata da Don Vincenzo scendeva
alla spiaggia per trasportare a spalla i materiali, verso il cantiere
dell'erigenda chiesa, primo fra tutti l'Economo Vincenzo Romano
che recava sulle spalle, allora robuste (45 d'età) la sua
porzione di pietre o di mattoni.
Quando eravamo ragazzi c'era ancora in voga a Torre una specie di
cantilena che cantavamo per incitare gli altri compagni a non stare
indietro e avanzare il passo. Certamente risaliva a quei tempi.
'A vascio 'a marina carréeano
'e prete,
e tutt''e fesse vanno arrete.
ISTITUZIONE
DELLA COLLEGIATA DI SANTA CROCE
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