Ci eravamo proposti di non parlare di miracoli, altri
meglio di noi lo hanno già fatto, tuttavia vogliamo soffermarci
sul Bianchi, quel santo della Chiesa napoletana, che fin dal 1857,
figurava tra i Venerabili, con don Mariano Arciero e don Vincenzo
Romano, come abbiamo già detto innanzi.
Egli insegnò lettere e filosofia a Napoli, ma era nato in
Arpino il 2 dicembre 1743. Nella capitale esercitò una ammirevole
apostolato per cui fu detto il S. Filippo Neri di Napoli.
Fu beatificato da papa Leone XIII l'8 settembre 1892 e canonizzato
da papa Pio XII.
La sua festa ricorre nel giorno in cui avvenne la sua morte ( il
31 gennaio 1815), nello stesso giorno in cui si celebrava la festa
di S. Ciro.
I suoi resti mortali sono riposti nella chiesa di S. Giuseppe delle
Scalze in Napoli, alla salita Pontecorvo.
Fatta la presentazione, ecco il miracolo.
Padre Francesco Saverio si trovava a Torre del Greco nel Ritiro
della Visitazione sito nelle immediate vicinanze del palazzo del
cardinale, quando si verificò l'ERUZIONE DEL 12 AGOSTO 1805.
Eccettuato il brontolio continuo del vulcano, fu una delle eruzioni
più tranquille e rapide. Uno dei rami di lava si presentò
a ridosso del muro di cinta della villa del cardinale, e a quel
punto si fermò per le preghiere del padre barnabita. Una
lapida fatta murare dal cardinale Guglielmo Sanfelice nel 1893,
ricorda ai posteri il prodigioso avvenimento.
Padre Giovan Battista Alfano (Epigrafia Vesuviana) e mons.
Camillo Balzano (Torre del Greco nei ricordi classici, pag. 137),
scambiarono quest'eruzione con quella avvenuta l'11 agosto 1804,
esattamente un anno prima. La meticolosa puntualità del Vesuvio,
ingannò i due insigni studiosi.
Scrive Salvatore Garofano (Un parroco sugli altari, pag. 143
n.) che
San Francesco Saverio M.Bianchi, intimo amico del Canonico torrese
D. Pasquale Lombardo, si recò fin presso la lava a pregare,
e si racconta che in altra occasione aveva dato al Romano una immagine
della Ven. Maria Fratesca della Cinque piaghe e altre devozioni
da gettare nella lava ardente.
Suor Maria Francesca, del terzo ordine francescano, ebbe per direttore
spirituale proprio Francesco Saverio Bianchi, e questa santa donna
solea ripetere spesso:
Due sono i Filippi Santi, uno nero, ed un altro bianco, alludendo
ai rispettivi cognomi.
S. Maria Francesca Vergine, fu battezzata nella chiesa parrocchiale
di S. Matteo a Toledo, abitava al Vico Tre Re e morì nel
1791. La «carriera» celeste è stata rapida. Venerabile
fin dalla morte fu beatificata da Gregorio XVI nel 1843 e canonizzata
da Pio IX il 29 giugno 1867.
Questi santi vissuti ai tempi di don Vincenzo Romano e che, con
S. Alfonso, gli furono tanto vicini, lasciano sperare bene in una
prossima canonizzazione anche del nostro Beato.
IL «DECENNIO
FRANCESE»
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