San Giova. Battista Vianney, nacque nel 1786 a Dardilly,
un piccolo villaggio francese, da poveri genitori. Fino all'età
di 18 anni pasceva le pecore, inviato alla parrocchia d'Ars nella
diocesi di Lione. Qui compì veri miracoli di conversioni
col suo santo zelo e con l'esempio di una vita tutta semplicità
e virtù, tutt'amore per i suoi parrocchiani; fu il sollievo
dei poveri, povero egli stesso, contava soltanto sulla divina provvidenza
( notare le parole incise sull'architrave della porta centrale della
chiesa di S.Croce, volute dal nostro Beato: ADMIRABILI DEI PROVIDENTIA
)
Il parroco di Ars, morì il 4 agosto 1859. Fu beneficato da
papa Pio X, l'8 gennaio del 1905 e canonizzato da papa Pio IX, il
31 maggio 1925. La sua festa ricorre il 4 agosto. Egli è
il celeste patrono di tutti i parroci, e chissà se non saranno
anche le sue preghiere presso il Trono dell'Altissimo, che unite
a quelle dei torresi tutti, ci faranno vedere in un futuro, speriamo,
prossimo, la canonizzazione del nostro Vincenzo:
Per il parroco di Ars, trascorsero venti anni dalla sua beatificazione.
Quasi ci siamo, ma chi potrebbe mai dirlo? Queste cose sono soltanto
nella mente di Dio.
Ogni tanto si sente dire da alcuni (sono sempre gli
stessi gaglioffi in fregola di farsi avanti): - Dobbiamo sistemare
la piazza - Eppure l'avevano già sistemata una volta, quando
malgrado le nostre proteste, crearono proprio in quella piazza,
quell'orribile fossato e quell'artistica fontana. Oggi parlano
di un monumento da erigere al Beato Vincenzo Romano
Il monumento al Beato già esiste ed è perfino grandioso,
o meglio lo era, nessuna statua, fosse pure di Manzù e fusa
d'oro, potrebbe mai eguagliarlo. E' la chiesa di S. Croce . Quella
è il suo monumento, da Lui stesso elevato alla gloria di
Dio. Per la statua, seppure si dovesse fare, e chissà se
Egli dal Cielo la gradirebbe, ci sarà sempre tempo.
Volgiamo semmai la nostra attenzione alla SUA chiesa. Vediamo piuttosto
lo stato pietoso in cui l'hanno ridotta.
L'hanno spogliata di tutti i suoi miglioro arredi. Hanno frantumato
una preziosa balaustra di pregiatissimi marmi, gli stessi dell'altare
maggiore. Hanno fatto scempio della crociera, con la costruzione
di una pedana da sala da ballo e vi hanno costruito al centro un
altare bianco come la ricotta, e con le colonnine che si vedevano
nei chioschi degli acquafrescai e nei panconi per la vendita del
baccalà. Hanno sostituito un organo polifonico meraviglioso
con un altro, quando non c'era alcuna necessità. Abbiamo
visto andare in fumo uno dei due stalli del coro. Non parliamo
dei furti subiti, tra i quali quella delle quattordici stazioni
della Via Crucis, difficilmente rimpiazzabili.
Le belle statue di Calì, dalle nicchie della facciata, mostrano
i loro moncherini ai passanti. I modiglioni del cornicione del primo
ordine della stessa facciata quasi non esistono più. Le tre
porte (1) del tempio hanno molto da invidiare a quelle delle più
sconquassate stalle dei più sperduti ed abbandonati cascinali.
Ed è piovuto, piovuto, piovuto in tutta la chiesa, colorando
gli archi e le volte di un deprimente bbro'allesse, con il
relativo grave danneggiamento degli artistici stucchi.
Eppure la nostra chiesa di recente era stata aggregata alla Basilica
Vaticana e non a caso, poiché l'antica distrutta dall'eruzione
del 1794, i torresi l'avevano costruita di tasca propria, mentre
a Roma sorgeva il più grande tempio della cristianità.
Leone X, il papa della scomunica a Lutero, in una bolla datata 10
luglio 1517, prima ancora che la prima chiesa di S. Croce venisse
consacrata, accogliendo la volontà dei torresi a che la chiesa
venisse da loro stessi amministrata e curata, ed in piena indipendenza
dall'Autorità diocesana, stabilì:
che la chiesa medesima, né della Santa Sede, né dall'Ordinario
del luogo, né dal Rettore, né da altri, potesse mai
impetrarsi o istituirsi in perpetuo Beneficio Ecclesiastico, sotto
l'espressa minaccia d'incorrere nello
SDEGNO DELL'ONNIPOTENTE IDDIO E DEI BEATI APOSTOLI PIETRO E PAOLO.
Si quis autem hoc attentare praesumpserit indignationem Onnipotentis
Dei , ac Beatorum Petri et Pauli Apostolorum eius se noverit incursurum.
Eppure, nessuno l'avrebbe mai creduto, dopo quasi
due secoli si è osato sfidare lo sdegno dell'Onnipotente,
volgendo quella chiesa, non al perpetuo beneficio ecclesiastico
- perché i torresi, su questo non avrebbero mai ceduto se
non vi fossero stati i Trattati Lateranensi del 1929 - ma a quello
personale addirittura e ad esclusivo vantaggio di alcuni millantatori
travestiti da scolacarafelle, i quali si vantano di rappresentare
la fede, l'arte e la cultura a Torre del Greco.
Petenti insistenti e petulanti, in maniera subdola, sanno carpire
la buona fede di chi non li conosce, e sono abili nello spillare
il pubblico danaro dalle più svariate botti, sempre per fini
personali, primo fra i quali, il più sfrenato e sfacciato
esibizionismo, vano del resto, perché più fanno e
più mostrano la loro inettitudine, pur riuscendo a nascondere
la loro falsità.
Il terremoto del 23 novembre 1980, non è stato lo sdegno
dell'Onnipotente, non perché la Natura sfugge al suo controllo,
ma perché è stato proprio Lui, l'Autore, a crearla
così
- direbbe Gaetano De Bottis.
Purtroppo la chiesa di S. Croce ha riportato consistenti danni che,
uniti a quelli procurati dall'incuria e dal massacro architettonico,
più dannoso dello stesso terremoto, ci lascia sbigottiti
soltanto a pensare il tempo e il danaro occorrente per riportare
il tempio al primitivo splendore.
Don Vincenzo costruì quella chiesa e, dal Cielo, dove si
trova fin dal giorno in cui lasciò questa terra, dopo cinquant'anni,
nel dicembre 1861, la salvò dal bradisismo quando crollarono
tutti i fabbricati di Torre del Greco; l'ha salvata ancora una volta
il 23 novembre del 1980.
Si può dire senza alcuna retorica che Egli, ancora oggi,
regge sulle sue spalle tutte quelle pietre che, unitamente ai suoi
filiani, trasportò dalla marina di Torre del Greco.
Con la volontà dei torresi tutti, con l'aiuto della Divina
Provvidenza e con la protezione del parroco santo, quella chiesa
DOVRA' tornare ad essere com'era prima che gli orribili scempi venissero
perpetrati.
(1) Attualmente sono state riparate e presentano
un aspetto più dignitoso.
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