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Tratto dal n°9
de LA TORRE -
31 - 05- 1967
 
 
 
 
L'OSCAR DI FESSO
 

Da qualche tempo non abbiamo assegnato il nostro ambitissimo «Oscar di fesso». Ci siamo dispiaciuti di non averlo potuto fare, ma non si era presentato l'occasione degna. Da parte nostra non lo abbiamo fatto per avarizia.
L'assegnazione stavolta è stata alquanto laboriosa perché i meritevoli sono stati tre e di «oscar» dobbiamo assegnarne uno soltanto. Non siamo avari, ma neppure vogliamo essere prodighi.

Abbiamo ritenuto meritevoli:

1) l compilatore tipografico del seguente annuncio economico: pubblicato su «LA TORRE» n. 8 del maggio u.s. «Fittansi ampi locali terranei ex Ufficio Vigili Urbani, ex Falanga». Meritevole dell'«oscar» per non avere aggiunto ex Torre del Greco.

2) L'intervento di cui all'articolo pubblicato sul giornale: «ROMA», affisso a centinaia (di migliaia?) di copie sui muri della città, per i seguenti concetti:
In tale visuale una edilizia sostitutiva ben regolamentata e non di «compromesso» come quella sviluppatasi sulla Litoranea che lambisce le spiagge di Santa Maria La Bruna troverebbe una validissima incentivazione. Di sviluppi come quelli della Litoranea - ha soggiunto l'intervistato - non sapremo che farcene».
Meritevole dell'«oscar» per non aver detto chi ha costruito e chi è il proprietario di quello enorme grattacielo giù in fondo alla citata via Litoranea e per aver inoltre usato le parole «una edilizia sostitutiva ben regolamentata». Pure se certe regolamentazioni sono state soppresse fin dal 20 settembre 1958, visti la baraonda e il favoritismo che esistono in materia edilizia a Torre del Greco, doveva dire «prostitutiva ben regolamentata».

3) L'autore dell'articolo apparso anche sul «ROMA» riguardante la IV Mostra d'Arte Sacra, per i seguente titolo: «Il livello delle opere è stato elevato».
Abbiamo dovuto sudare le proverbiali sette camicie senza riuscire a capire il significato voluto.
Solo mediante il nostro servizio informazioni ed investigazioni e con la preziosa collaborazione di Maigret, Sherlok Holmes ed il tenente Sheridan si è potuto risolvere l'enigma.
Abbiamo saputo che, nel sistemare i quadri alla parete, rispetto alla mostra precedente, li hanno attaccati ad un'altezza di dieci centimetri e sette millimetri in più dal pavimento.

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Il comitato di Redazione, riunitosi la sera del 30 maggio 1967, ha proceduto all'imbussolamento dei tre numeri in un vecchio cappello del compianto comm. Luigi Sorrentino trovato per caso in un ripostiglio.
Abbiamo provveduto a bendare gli occhi al nostro redattore sportivo «Antonascio» che ha estratto dal cappello il n. 3.
L'«Oscar di fesso» viene perciò assegnato all'autore del titolo «Il livello delle opere è stato elevato».
Ci congratuliamo con il vincitore dello «oscar» ed anche con gli altri due. Se la sorte non li ha favoriti non vuol dire che essi non ne siano meritevoli.

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Al nostro Ciro Adrian Ciavolino, che a ben diritto aspirava anch'egli l'assegnazione dello Oscar di fesso, avendo sperato in una risposta alla sua lettera al Sindaco riguardante la composizione della commissione edilizia, diciamo:
Caro Adrian, sei stato ingenuo e noi l'«oscar degli ingenui» non lo abbiamo ancora istituito.

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