Home page > Articoli > 8 millimetri "Missione Terra"
 
Tratto dal n°6
de LA TORRE -
Aprile 1967
 
 
8 millimetri
 
"Missione Terra"
 

di RAFFAELE RAIMONDO

Soggetto e sceneggiatura per cortometraggio giallo-rosa ma non troppo.

Personaggi in ordine di apparizione:

Salvatore Di Giacomo, poeta vernacolo
Giovanni Mazza, poeta latinista
Il capo-divisione

Introduzione
Inquadratura di cielo, nuvole. Coro di voci bianche fuori campo. Dissolvenza.

Scena prima
L'archivio del paradiso
Ambiente enorme, con scaffalature, classificatori, scrivanie collocate su dieci interminabili file, citofoni, tubi della posta pneumatica, telefoni. Antirivieni di angeli con matita sugli orecchi e cartelle sottobraccio.
Panoramica generale in campo lungo. Indi carellata su una fila di scrittoi ad uno dei quali è seduto un uomo grassoccio, alto, bello, baffi neri e capelli lisci bianchissimi e folti. Un ciuffo ribelle sulla fronte copre quasi l'orecchio destro. Qui si arresta la cine-presa.
Primo piano. Pratiche sullo scrittoio all'esame del funzionario.

S.D.G.
(canticchiando sotto-voce e prendendo dal taschino del panciotto un bel mezzo toscano.): -L'anno passate 'o tiempo d'é cerase facevo ammore cu'na purticesa Abbascio 'o Granatiello stev'è case...
Voce dal citofono: - Don Salvatore, presentatevi dal Capo divisione.
S.D.G. (borbottando): - ... e astipammece 'o sicario!!!

Scena seconda
(L'ufficio del Capo-divisione: ambiente adeguato alle funzioni di un capo-divisione di quella importanza)

Il Capo-divisione
(con aria severa): - Caro Di Giacomo, le cose qui vanno abbastanza male! c'è una pratica riguardante una richiesta della città di Torre del Greco..... (alzando un po' la voce)... sono anni che essa è rimasta inevasa e qui continuano a giungere invocazioni...per il sollecito disbrigo.
Le pare che questo sia servizio consono ai nostri uffici ? Ma che stiamo forse sulla Terra? in Italia... preciso?
S.D.G. (timido): - Eccellenza, perchè avete voluto assegnare a questo reparto tutti impiegati statali?!?!
Il Capo-divisione: - La prego di non ribattere e di non approfittare della infinita bontà del Direttore Generale. (Calmandosi) : - Ecco la pratica. Sabato prossimo in occasione della settimana corta lei andrà nel posto a rendersene conto. Si faccia accompagnare da un'anima del luogo, in modo che le sia di guida.
Mi raccomando, compia con zelo la sua missione! Lei non deve andare a Marechiaro! Ha capito?!!!
S.D.G. (facendo un inchino) - Riverisco! (esce)

Scena terza
(come la prima)

S.D.G.
(accende il mezzo toscano; si avvia per le corsie tra gli scrittoi fra l'andirivieni di gente affeccendata. La macchina da presa lo segue. Si ferma ad una delle scrivanie, dove è seduto Giovanni Mazza)

Scena quarta

S.D.G
.: - Giuvà, Sabato sei invitato ad una bella gita, ci stai?
(Primo piano di Giovanni Mazza; luccichio dei suoi occhiali che Egli subito si toglie. Socchiude gli occhi e dice):
G.M.: - Salvatò sei sempre il solito sciampagnone! Dove andremo?
S.D.G.: - Sulla Terra... a Torre del Greco... la tua città!
G.M.: - Ueh!!! E me lo domandi?
S.D.G.: - Debbo accertare i bisogni urgenti di quella città e riferire...è una pratica che giace da molto tempo inevasa.
G.M.: - E che bbonno? chille stanno chine 'e denare.
S.D.G.: - Provvidenza Giuvà! Provvidenza!... Tiene!! Nell'attesa fumiamoci sopra ( porge all'amico un mezzo toscano e si accinge ad andarsene) Statte buono Giuvà.
G.M.: (accendendo il sigaro): - Arrivederci a Sabato, Salvatò!

Scena quinta
(E' notte. Spazio. Cielo, stelle, nuvole. Inquadratura scorrevole dall'alto in basso. Voci fuori campo. Sottofondo musicale).

Voce di G.M.: - Salvatò, vedrai che incanto la mia città! Che aria Salvatò! Che profumo di aranci e di salsedine!!!
(pausa mantenendo l'inquadratura)
Voce di S.D.G.: - Giuvà! Ecco la terra ed ecco lo «Stivale» Dobbiamo deviare più a nord-est. Stavamo andando in Sicilia!...
(pausa; sfumatura del sottofondo musicale).
Voce di S.D.G.: - Giuvà, rallentiamo ché ci siamo. Dove vogliamo atterrare?
Voce di G.M.: - Mmiez'à Parrocchia! Lì! Vedi! Dove c'è quella grande Chiesa.
Voce di S:D:G.: Oh, la chiesa di don Vincenzo Romano! A proposito Giuvà, sono alcuni anni che non l'ho più veduto. Perchè?
Voce di G.M.: - E' stato promosso, Salvatò! Non è più nel nostro reparto.

Scena sesta
La piazza S.Croce di Torre del Greco
(E' passata da poco la mezzanotte anche se l'orologio del campanile segna le sei e venti. Una mezza dozzina di squadre di calcio giocano, naturalmente, a pallone e data la invisibilità dei nostri protagonisti la loro presenza, non è avvertita dai... calciatori. In un angolo della piazza un gruppo di individui dal sesso incerto strillano si dimenano sguaiatamente e fanno il «tifo»).

Voce di G.M.: - Uh!... E 'o ciardinetto?... E gli alberi?...
Voce di S:D:G.: - Giuvà, che ora è?
Voce di G.M.: - Salvatò, non vedi l'orologio del campanile? Sono le sei e venti.
Voce di S.D.G.: - Qua sei e venti, lo colpisce in pieno viso Giuvà?! Sono passati dieci minuti dalla mezzanò... (non arriva pronunziare la parola, che una pallonata lo colpisce in pieno viso... - lo si suppone, almeno, dato che è invisibile - ; nel medesimo istante un pallone attraversa la scena).
Voce di S.D.G.: - Neh! figlio è ndrocchia! (inquadratura generale e poi dettagliata del campanile)
Voce di G.M.: - T'amo o campanil del mio paese
Voce di S.D.G.: - (ironica di rincalzo) c'ò rilorgio fermo e cu è sfere appese...?!!!
Voce di G.M.: - (stizzosa) - Salvatò, che tiene à dicere?!...
Voce di S.D.G.: - (eludendo) - All'opera Giuvà!

Scene: sesta, settima, ottava ecc. fino alla quarantanovesima
Carellata sulla città
Campi lunghi e corti, panoramiche, dettagli in primo piano...
Vie strette, palazzi altissimi, strade buie; vicoli fortemente illuminati; cumuli di immondizie, il teatro rudere, la fontana morte, la pescheria in via di demolizione. Giardini distrutti, il porto diroccato. Abbandono totale in ogni dove. Sottofondo di musica tetra e allucinante.

Scena cinquantesima
(Piazza della Repubblica a Torre del Greco)
Voce di S.D:G.: - Giuvà! L'incanto dov'è? Ed i giardini? E il profumo degli aranci? Anzi Giuvà non senti...

Voce di G.M.: - Salvatò perchè a Napoli non è la stessa cosa?!
Voce di S.D.G.: - Hai ragione che mi hanno proibito di andarci, se no ti avrei fatto vedere!!
(canta con aria dispettosa): A marechiaro 'ncesta na fenesta...
Voce di G.M.
: - Salvatò non ti adulare! Se tu fossi vissuto in questi tempi, non avresti vinto nessun festival. Invece di scrivere canzoni avresti dovuto veramente a vendere «é spingule francese»
Voce di S.D.G.: - E tu Giuvà, cosa avresti fatto,tu, con il tuo latino? Lo hanno tolto perfino dalle scuole medie!! L'unico latino che esiste oggi è il «latin lover».
Voce tonante ed imperiosa fuori campo Non vi dilungate! la missione è terminata. Rientrate subito!!

Scena cinquantunesima
(Come la scena quinta. Scorrimento dal basso in alto. Voci fuori campo).

Voce di S.D.G.: - Allora Giuvà sei d'accordo sulla relazione che farò?
Voce di G.M.
: - Salvatò! Francamente no! Non credo che il Direttore Generale voglia provvedere nel senso che tu vorresti proporGli! E poi Salvatò si tratta della mia città! Se ti sentisse quel sant'uomo di don Vincenzo!!! Ma che scherziamo?! Anche se la mia città è diventata brutta io la amo come l'amavo quando essa era bella. Anzi dippiù, perchè essa è stata tanto sfortunata.
Voce di S.D.G.: - Allora la ripresa violenta dell'attività eruttiva ed effusiva del Vesuvio non ti piace?
Voce di G.M.: - Mo t'affogo, Salvatò!...

Scena cinquantaduesima
L'uffico del Capo Divisione (Come la scena seconda)

Il Capo Divisione: - Ed allora?!
S.D.G.: - Per la provvidenza è già troppo tardi. Domandate anche al mio collega Giovanni Mazza.
G.M.: - E' così! Capo, ve lo dico in latino: Consumatum est! Niente mi hanno dato in vita. Dopo mi dedicarono un edificio scolastico; stà crollando pure!
Il Capo Divisione: - Che possiamo fare per loro?
S.D.G.
: - Potremmo inviare loro un buon rifornimento di pazienza.
Il Capo Divisione (prende la pratica, appone su di essa la Sua sigla e la porge a don Salvatore) - Portatela al patriarca Giobbe.

Scena cinquantatreesima
(sottofondo sonoro)
(I due accendono i sigari ed a braccetto vanno dal patriarca Giobbe; si allontanano dissolvendosi in una nuvola che a sua volta si dissolve facendo apparire un immenso cielo di stelle, tante stelle.... coro musicale adatto al finale).
... e le stelle stanno a guardare !!!
Il tutto si allontana dissolvendosi ancora, mentre viene avanti, partendo da un punto dello spazio, la parola F I N E