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Tratto dal n°7
de LA TORRE
8 - Maggio - 1975
 
 
 
 
Obiettivo sulla città
 

La fotografia di turno che pubblichiamo ci conduce verso la fine dell'800, nel periodo detto della «belle époque». Ma da quando accadde a Milano non è poi tanto bella come si dice.
Nel capoluogo lombardo è stata proclamata la legge marziale. Il generale Bava Beccaris, colà inviato dal regio governo, sulla folla che protesta contro il caro pane, fa aprire il fuoco addirittura coi cannoni.
Gli scontri durano cinque giorni e, a differenza delle altre «cinque giornate», quelle del '48, stavolta i nemici del popolo non sono gli austriaci. E a cose fatte, tra la popolazione si contano 80 morti e alcune centinaia di feriti. Il re «buono» conferisce al generale....cannoneggiatore la Gran Croce dell'Ordine militare di Savoia. Sono arrestati e condannati i socialisti Filippo Turati, Andrea Costa, Leonida Bissolati, Anna Kulisciov e altri.
A Napoli non succede niente anzi, come al solito, si canta...
Il settimanale letterario «La tavola Rotonda» dell'editore Bideri, indice un concorso per la più bella canzone di Piedigrotta e vince il primo premio «Napule bella» di Pasquale Cinquegrana e Giuseppe De Gregorio:

Napule è cumm' 'a femmena
Te fa venì 'o gulio.
Apprimma: core mio
E doppo: frustallà!...

mentre il secondo premio viene assegnato alla canzone di Giovanni Capurro e Eduardo Di capua.... «'O sole mio».
Il più importante giornale della città partenopea, «il Mattino» (abbonamento annuo L.12), entra nel sesto anno di vita, proprio mentre il fondatore proprietario e direttore, Edoardo Scarfoglio («Tartarin»), è in un mare di guai.
La bellissima ballerina ungherese Bessart, una delle tante amanti di don Eduardo, va ad ammazzarsi con un colpo di rivoltella proprio davanti all'uscio di casa di donna Matilde Serrao moglie dello Scarfoglio...e donna Matilde si separa legalmente dal marito.
Per un suo articolo sui fatti di Milano, lo Scarfoglio è accusato di disfattismo. Il giornale è sequestrato e viene sospesa la sua pubblicazione, mentre «Tartarin», condannato a otto mesi di reclusione, riesce a riparare nella vicina Svizzera.
Nel mese di luglio «il Mattino» riprende la pubblicazione e Scarfoglio nell'ottobre è a Parigi da dove scrive ad un amico raccomandandogli di far sollecitare il più possibile i lavori a bordo del «Tartarin», lo «yacht» di sua proprietà, comandato dal capitano torrese Antonio Altieri....Ed eccolo il «Tartarin», in primo piano a destra affidate alle nostre rinomate maestranze.

(segue foto panoramica col porto di Torre)

Il cono del Vesuvio, dalla sua nascita - 79 d.C. -, per la prima volta ha raggiunto l'altezza di 1335 metri. Eccolo là!
L'assenza completa della voragine craterica lo rende più minaccioso ma, tanto, più bello. Lo dice il poeta torrese Osvaldo Maglione quando descrive il «quadro» della sua città:

Fuma il Vesevo bello e minaccioso
L'onda carezza dolcemente il lido,
E il popol tuo vivacchia inoperoso...
Nascondi, o Torre ottava, belle doti
Di bellezza nel cielo e nel tuo mare,
I tuoi villini sono tanto noti
E note ancora son le corallare,
I Camadoli, il porto, la fontana,
I tappeti di fiori e il grande altare.

Un altro poeta, Giovanni mazza, va in cerca della Musa e, tra le volute di fumo del suo inseparabile e pestilenziale sigaro, la trova sulle rocce basaltiche di sott'addu Gavino, nell'osservare un uomo intento a pescare....

E tutti e due siam taciti: egli, accorto
de la lenza a 'l più lieve movimento,
io, ne la chiusa d'un sonetto assorto.
Quand'ecco sussultar la canna in cima,
guizzando a l'aere un pesciolin d'argento:
ed io compio il pensier, trovo la rima.
Ed ecco la ridente Torre del Greco.

Alla nostra sinistra scorgiamo per prima il palazzo Vallelonga, poi, a centro nella foto, l'Hotel «Villa Ascione» a Capotorre (appartamenti decentemente mobiliati ed ottimamente areati - acqua del Serino - cessi inodori inglesi «Jenningh»...uuuh, scusate!...
Di seguito la grigia mole del vecchio convento di S. Maria delle Grazie e, appresso, il più grosso ed anche il più bel palazzo di Torre: 'u palazzo 'i Papote. Ed ecco, subito dopo la «Villa Castelluccio» con il suo rotondo terrapieno a picco sulla discesa «d''u avaracane». Più in alto la cupola a calotta della chiesa di S. Croce e sull'estrema destra il loggiato coperto del palazzo del Municipio.
Ritornando con lo sguardo verso sinistra, al disotto della fascia scura di lussureggianti giardini, vediamo il palazzo dove don Raffaele Palomba detto «'A bboffa», vende le gallette. Nelle vicinanze c'è la fontana, ma da qui non la vediamo, e più giù, eccola, la spiaggetta della discesa del «fronte» con il palazzo della tianara e, appresso, a centro della foto, in quella specie di torretta bianca c'è il ristorante di «Mimì a mmare». Ed infine il lungo ed alto fronte di roccia, di chissà quale eruzione, sul quale corre la strada che conduce alla spiaggia di Calastro...
Per concludere vi dirò che si stanno preparando grandiosi festeggiamenti per il prossimo anno 1899: ricorrerà il secondo centenario del fatidico «Riscatto Baronale».
R.