Il solito foglietto avente la redazione
e l'amministrazione a levante e la direzione a ponente, quell'organetto
più o meno ufficiale di una determinata corrente o gruppo di potere,
ò uscito col dente avvelenato. Oltre alle solite chiacchiere sui
problemi cittadini, sulle visioni globali di stru...tturazioni e
fondazione di enti che, guarda caso fa rima con denti, riporta incorniciato
un elenco di insulti a nostro carico.
Convinto di averci colto in fallo, un Eta-Beta qualsiasi non poteva
non cogliere l'occasione per dar sfogo alla sua avversione al nostro
giornale, che a certe persone dà fastidio perché si è assunto il
ruolo di segnalare alla pubblica esecrazione quelli che, anteponendo
a tutto le loro ambizioni personali, non si fanno scrupolo di mettersi
sotto i piedi gli interessi della città. Il povero Eta-Beta è però
scivolato sulla sua incapacità di comprendere l'umorismo e insieme
con lui sono incappati nello stesso incidente tutto il corpo di
redazione, i revisori e gli ispiratori dell' «organetto».
Il nostro C. A. Ciavolino in chiave umoristica osa proporre la demolizione
della
VILLA DELLE GINESTRE
però l'intelligenza di Eta.Beta non afferra l'ironia e ... dàgli
a La Torre per aver pubblicato tale mostruosa notizia. Ne consegue,
secondo lui, che il nostro giornale avrebbe idee poco chiare e incongruenti
circa la restaurazione e la destinazione della
DIMORA DI LEOPARDI
della quale diremmo bene e che vorremmo valorizzarla quando
ne parliamo noi e vorremmo abbandonare e addirittura abbatterla
quando ne parlano gli altri, cioè loro.
Per Eta-Beta noi avremmo cambiato parere solo per spirito di contraddizione
nei loro particolari riguardi, soltanto per il gusto di contraddirli
comunque e a tutti i costi. E si badi bene osano levar la voce proprio
coloro che, occupando posti di responsabilità da tempo, avrebbero
proprio loro dovuto risolvere, come essi dicono, il «problema».
A larghe mani ci hanno profuso una lunga serie di insulti ritorcendo
su di noi proprio l'interessata funzione del loro stonato violino
dedito a far solo serenate e fra i tanti quello che il nostro giornale
non crolla perché si piega (infatti esso si piega dopo uscito dalla
machina per essere spedito ai nostri lettori), senza accorgersi
che il loro organetto è nato proprio perché il nostro giornale non
si è piegato come essi intendono. Esso
NON CROLLA E NON SI PIEGA
perché da queste colonne non si levano osanna a chi detiene
il potere, ma si indicano e si inchiodano alle loro responsabilità
tutti coloro che sono stati e sono la causa prima della
DISAMMINISTRAZIONE
con la conseguente rovina della nostra città.
Siamo sempre insorti contro tutte le malefatte da chiunque commesse,
abbiamo sempre difeso il panorama, un quadratino di verde, l'aspetto
decoroso delle vie, segnalata la carenza igienica e via dicendo.
Tutte cose, che purtroppo essi hanno trascurato. Abbiamo perfino
tentato, in un impeto di amore verso la nostra città, di spezzare
la spirale di diffidenza e di rancori politici (e non politici)
delle correnti niente affatto ideologiche che dilaniano il partito
di maggioranza, ed abbiamo avuto il benservito con l'essere definiti
«scalmanati» e di aver il «pallino».
Eravamo «scalmanati» ed avevamo il «pallino»
perché volevamo rinsaldare, con un rinnovamento di uomini, quel
partito al quale noi non apparteniamo, mossi soltanto dallo interesse
di dare un'amministrazione compatta ed efficiente al paese.
Dicono inoltre: «Voi non sapete né quello che volete né quello
che chiedete». A parte il fatto che chi chiede vuole e chi
vuole chiede, (essendo la stessa cosa, la necessità di coprire lo
spazio non giustifica la ripetizione) da quanto abbiamo scritto
sopra e da quello che scriviamo con insistenza da molto tempo appare
chiaro quello che vogliamo, anche se essi fingono di non capirlo.
Da parte nostra, invece, è facile domandarsi perché essi cianciano
tanto se quello che propongono è sempre dipeso e dipende esclusivamente
da loro e sono proprio loro a non farlo. Ma è ancora più facile
trovare la risposta, costatando come fanno con diligenza ed accanimento
soltanto quello che vogliono nel loro interesse, e come cocciutamente
si oppongono a tutto ciò che non va al di là del proprio... naso,
stavo per scrivere interesse.
Si vede proprio che l'anemia del loro giornale sta diventando perniciosa
e che è arrivata quasi alla leucemia.
Il titolo dell'inserto insultatorio, poi, non offende tanto noi
quanto offende il bue quel maestoso animale di carducciana memoria,
docile e laborioso, mentre esalta l'asino conosciuto sin dalla Creazione
come recalcitrante, traditore, caparbio e ... sinonimo di ignoranza.
L'emblema se lo sono scelto loro pensando col cervello del ... padrone,
e noi democraticamente rispettiamo i loro gusti. Pensando sempre
con l'autonoma nostra mente, sappiamo bene che:
IL CERVELLO E' QUELLA COSA / FATTA APPOSTA PER
PENSARE /
LA STRAGANZA MAGGIORANZA / OGGI PENSA CON LA PANZA /
IL CERVELLO 'E CHISTE 'E MO' / PARE CHE PONZI ... PONZI .. PO'!
Anzi per premiare il loro innegabile merito concediamo
ad essi con grande piacere l'ambita onorificenza da noi istituita
proprio in questi giorni, cioè
IL FIASCO D'ARGENTO
Riguardo poi ai discorsi delle femminelle della piazzetta (vedi
teatro piccolissimo), rispondiamo che proprio su quelle si basa
la loro piattaforma elettorale così dura ad essere smantellata non
per convinzione, ma perché è qui che casca
L'ASINO OSTINATO
il quale quando ha imparato la via della stalla, finché non
muore, sempre quella vuol percorrere e non ci sono «pereconate»
sufficienti per convincerlo a deviare.
Passiamo ora ad un altro articolo e chiariamo subito che non è un
oggetto che vogliamo vendere: noi non vendiamo niente soprattutto
non vendiamo chiacchiere a nessuno. Parliamo proprio dell'articolo
I GIUOCHI DELLA GIOVENTU' O LUDI JUVENILES
come una volta venivano chiamati.
Secondo loro dobbiamo ringraziare gli organizzatori e lo facciamo
ipso facto e soprattutto dobbiamo ringraziare il «Roma»
per aver «gettato» l'allarme. Non sappiamo se lo abbia
«gettato» dalla finestra come fanno alcune nostre concittadine,
forse quelle di cui sopra, con i sacchetti a perdere bene ... imbottiti.
Comunque è sempre preferibile ricevere in testa un «allarme»
che un sacchetto pieno di quella roba.
Ma lasciamo stare la forma, guardiamo piuttosto alla sostanza. Dicono,
insomma, che il Comune spende una cifra enorme per la Festa dei
Quattro Altari e non bada ad organizzare e a finanziare manifestazioni
sportive e concludono che
LA FESTA DEI QUATTRO ALTARI NON S'HA DA FARE
perché questo «grande» bubbone divora diversi milioni
che potrebbero di certo trovare più felice destinazione (Si capisce
subito quale sarebbe questa «felice destinazione»).
E' una festa, essi dicono, che ha perso ogni mordente, ogni attrattiva
almeno nell'attuale configurazione, sia sul piano artistico (nello
stesso giornale si esaltano l'ingegno e l'estro artistico dei torresi
che si è tramandato nei secoli «fino ai nostri giorni, conservando
inalterato tutto il fascino dell'antico e tutta la vitalità del
presente»), sia su quello storico -culturale e forse anche
quello religioso. Insomma essi
CONTESTANO
e per metterci in linea con i tempi
CONTESTIAMO
anche noi dicendo che se la festa ha perduto ogni mordente sul
piano artistico, storico e culturale è colpa del momento, perché
ci troviamo nella seguente paradossale situazione: siamo seppelliti
sotto una valanga di artisti, premi di disegno, mostre nazionali
ed internazionali, arte pop ed arte «prora», ma quando
si tratta di allestire le quattro fetecchie, eccettuato qualcuno
che sa il fatto suo e sul quale si può fare affidamento, non si
trova un cane.
Sul piano storico non si sa il perché in un periodo in cui si apprezza
tanto il valore della libertà, così duramente riconquistata, non
si vuole più mettere in evidenza il significato ed il valore del
riscatto del popolo torrese seppure è avvenuto quando la Festa già
si celebrava.
Non si può negare che fu proprio da quell'evento storico in poi
che la Festa acquistò importanza e maggiore sfarzo.
Sul piano religioso (è inutile il «forse») pensiamo
che certe decadenze dovute a pericolose concessioni sono causate
dalla piana virulente del conformismo attuale che producono le messe
- beat, la contestazione, la ribellione ai pastori della Chiesa,
il materialismo ed il mediocre «modernismo» scambiato
per progresso.
Il fatto vero è che con la Festa dei Quattro Altari non si può fare
una pubblicità diretta come in altre manifestazioni più utili ai
loro fini, nelle quali appaiono chiare le intenzioni dei vari presidenti,
sottopresidenti ed allievi vice sottopresidenti. Ma poi, perché
non pubblicare l'elenco completo del Comitato della Festa dei Quattro
Altari? Sono circa una quarantina e anche li appaiono i loro nomi,
anche se molti di essi vi stanno come 'a ll' 'asene 'mmiezo 'e suone.
Quanti di loro sono stati o sono in grado di dare un vero contributo
di operosità e di competenza per rendere la Festa più bella ed interessante?
Gli «... scienziati» che da parecchi anni hanno partorito
il «grande» bubbone sono loro, sempre loro.
Il colmo che essi dichiarano di contestare decisamente la Festa
perché «non ha senso parlare di feste, quando una città
versa nelle condizioni miserevoli in cui versa la nostra, in cui
non si riesce a trovare neanche un po' di acqua e sapone per lavare
la faccia». Qui è il caso di dire «avere la faccia
pulita non vuol dire averla pure tosta, cioè dura, perché se la
città si trova in tali miserevoli condizioni la colpa è proprio
la loro, che con una maggioranza assoluta hanno dato triste spettacolo
nel passato, a danno della città, e dopo tante amare esperienze
nemmeno ora, dopo le ultime elezioni, sono riusciti a creare un
amministrazione funzionante.
«E' ora di rimboccarsi le maniche e di essere seri»
essi dicono. C'è veramente da ridere, ma forse ancor più da piangere
ma
IL NUOVO SINDACO
questo vuol fare. Ha già le maniche rimboccate: nell'interesse
comune perché non gli danno una mano? La sua ideologia politica
è anche la loro e non ha senso il dire che non esprime la maggioranza.
Purtroppo, però, dai manifesti affissi a loro cura, trapela chiaramente:
LA VOCE DEL PADRONE
e chi legge capisce che
VUOLSI COSI' DOVE SI ... VUOLO
per i cittadini torresi non fa una grinza se ci sia un sindaco
oppure un altro; non importa che ci sia un'amministrazione «ortodossa»
oppure no. La città vuole e aspetta ansiosamente, da chiunque
sia, che si risolvano
I PROBLEMI VISTI DALL'ANGOLAZIONE/PROSPETTICA
DELLA GLOBALE VISIONE/DI TUTTA LA PROBLEMATICA DEI PROBLEMI
come essi dicono, e che travagliano, per loro implicita ammissione,
la città di Torre del Greco
Potremmo continuare all'infinito (purtroppo a noi lo spazio manca)
e mettere in evidenza da quale pulpito vengono le prediche commentando
rigo per rigo l'articolo di fondo
UN ENTE DA FARSI
oppure
LITORANEA SEMPRE PEGGIO
ma sarebbe fatica sprecata e poi rischieremmo col mettere a
dura prova lo stomaco dei nostri lettori con
LE CASSE DI DEFECAZIONE
come essi le chiamano e che una volta realizzate servirebbero
ad aumentare quello che loro si propongono di eliminare (forse vogliono
dire casse di decantazione) e che stanno incrementando con le penne
da scrivere di certi servili ripetitori della ... Voce del padrone.
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