Gentilissimo Direttore,
quando lessi su «La Torre»
che era pronto il volume «Itinerari torresi» mi
precipitai ad acquistarlo perché su questa Torre del Greco volevo
sapere qualcosa di più dell'ubicazione del Municipio, di piazza
S. Croce, dell'African bar ... Qualcosa che riguardasse la sua gente,
la sua storia, la sua intima essenza.
Mi aspettavo, però, lo confesso, di trovarmi
di fronte a uno di quei soliti libercoli male scritti e male stampati
che sono spesso il frutto di un connubio fra il desiderio dell'autore
di vedere il proprio nome stampato e quello di fare pubblicità al
proprio paese.
Quando ho avuto fra le mani lo splendido
volume di R. Raimondo non credevo ai miei occhi. L'accurata veste
tipografica, le dovizie di notizie e di illustrazioni mi colpirono
immediatamente poi, in un secondo tempo, sfogliando il libro con
calma e soffermandomi a leggere questa o quella pagina, ho compreso
con quanto amore, con quanto lavoro, con quanta squisita sensibilità
siano stati fatti questi «Itinerari».
Su «La Torre» ho letto qualche autorevole
commento al libro a firma di torresi «veraci» penso.
Io, che non sono torrese, ho voluto esprimere anch'io la mia ammirazione
per gli «Itinerari».
Non sono torrese ma dei miei sentimenti
per Torre fanno fede alcuni versi che scrissi questa estate, prima
che la città subisse l'umiliazione del colera, un male che ha voluto
colpire anch'esso, come ha colpito molte volte la collera del Vesuvio,
questa forte città.
La saluto cordialmente.
Ermanno Vido
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