«LA TORRE» con la pubblicazione
degli ITINERARI TORRESI di Raimondo ha acquistato
un altro titolo di merito presso la nostra cittadinanza; le ha fatto
un duplice dono: una edizione chiara e pregevole per veste tipografica
e per dovizia di illustrazioni ed un'opera che è uno scrigno ricolmo
di sentimenti e passione, di minuziose ricerche ed accurate indagini,
di notevoli osservazioni ed argute battute.
E merito ed elogio spettano all'autore che ha offerto ai concittadini,
vicini e lontani, la possibilità di vivere quasi in estasi la vita
lontana degli avi traendone esempi di semplicità di costumi e parsimonia
di svaghi, di rettitudine ed operosità nonché ragione di orgoglio
e motivo di fiducia nell'avvenire.
«Itinerari Torresi» - a mio giudizio
- non è né vuole essere, sebbene documentato fin nel più piccolo
dettaglio, un testo di storia cittadina, ma è certamente un caleidoscopio
in cui riappaiono e s'illuminano figure e cose antiche inghiottite
dalla marea del tempo e figure e cose più o meno recenti relegate
nella nebbia dell'oblio dalla tumultosa vita odierna che brucia
tappe, non conosce soste serene e sacrifica anni verdi, e talvolta
cuore e mente, nel rogo dell'ansioso raggiungimento di mete ingannevoli
e fugaci.
Questo libro di Raimondo è per gli anziani torresi, specie per i
nati tra fine ottocento e principio novecento, un incandescente
tuffo nel passato che, scacciando la nostalgia, li riporta nell'infanzia
e nella prima giovinezza tra i giardini e le fontane degli Altari,
tra le sonate e i valzer spioventi dai pianoforti dei salotti, tra
le serenate di chitarre e mandolini di allegre brigate, tra le note
insistenti di pianini soffermati davanti ai saloni dei barbieri,
tra l'odore di resina dei grossi tronchi di pini tagliati a mano
da segatori a torso nudo; in un delizioso girovagare per le strade
cittadine essi si imbattono nel venditore ambulante di lupini o
in quello di petrolio, nel mattiniero venditore ambulante di castagne
lesse o in quello serotino di castagne arrosto, o nel lampionaio
che con la lunga canna va ad accendere o a spegnere i fanali a gas.
Per i giovani questo libro è una gustosa proiezione retrospettiva
la quale, oltre a far loro assaporare tanti beni dileguati, li invita
ad un confronto tra il passato ed il presente per una consapevole
selezione onde assimilare quanto di buono vi era allora e quanto
di buono vi è oggi al fine di vivificare ideali e di spiritualizzare
la vita.
Per gli uni e gli altri il libro di Raimondo è un soffio di poesia
che reca ad ondate voci di venditori nella loro genuina espressione
dialettale, voci di strade e località nelle efficaci denominazioni
popolari, voci incisive e caratterizzanti di soprannomi, voci gaie
e tristi di campane lontane e vicine sovrastante tutte dalla gran
voce del campanone di Santa Croce che eleva nel cielo l'anima ed
il cuore del popolo torrese.
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