Lo presentiamo e lo raccomandiamo
in particolar modo a tutti quelli che amano Torre del Greco. Esso
sarà l'unico loro confidente.
Lo raccomandiamo inoltre ai lettori anzi per questi ultimi sarà
addirittura prezioso.
Vi presentiamo dunque Giuseppe II detto Guglielmone alias il «Kaiser».
Non impressionatevi dell'atteggiamento fiero e burbero: egli in
vita era niente di meno che l'imperatore di Germania, amico di Cecco-Beppe
e acerrimo nemico dell'Italia nostra.
Dopo morto, però, è diventato uno dei più grandi
benefattori dell'umanità.
Egli si incarica di sollevare tutti i delusi e di ascoltare tutti
gli inascoltati, ai quali si usa dire: «Raccontalo al Kaiser»,
oppure, «Parla con il Kaiser».
Fatene conoscenza perciò e ricordate che nel futuro, dopo
che avrete eletto il nuovo Consiglio con i vecchi consiglieri, certamente
anche voi avrete bisogno di lui - cioè del Kaiser - con il
quale andrete a parlare.
Noi parleremo con lui fino alla chiusura della campagna elettorale,
poi smetteremo di parlare avendo già parlato troppo. Dopo
toccherà a voi. Parliamo ora del «KINGLAX»
che era un prodotto farmaceutico dalle decantate virtù lassative.
Lo «slogan» pubblicitario di questo prodotto era il
seguente:
«Mentre voi dormite "Kinglax" lavora». Una
scatola costava due lire e purgava tutta la famiglia.
Infatti, mentre quasi centomila torresi dormono, i soliti anzi gli
eterni protagonisti della vita politico-amministrativa della città
lavorano. Essi sono intenti a formare le liste per le prossime elezioni
comunali, senza tener conto delle opinioni di quei pochi cittadini
svegli che attraverso la Torre mostrano di avere a cuore le sorti
della nostra città.
I suggerimenti da noi espressi, rivolti con tutta umiltà
e tanta accorata insistenza, sono caduti o stanno per cadere nel
vuoto. L'unico che è stato comprensivo e ci ha ascoltato
finora è stato il Kaiser.
Qualcuno, invocando il toccasana che, secondo lui e la sua compagnia,
sarebbero le nuove elezioni, si scaglia contro il Commissario prefettizio
accusandolo, guardate un po': - di non aver costruito il mercato
coperto, come se il Commissario avesse trovato i progetti, il suolo
pronto ed i «fondi» già predisposti dalla decaduta,
cacciata amministrazione; - di aver aumentato il canone alla SASPI
da 304 a 523 milioni per il servizio di Nettezza Urbana, come se
l'aumento del personale, i sacchetti a perdere ecc. non fossero
una perdita per la gestione e in base alla clausola del contratto
non prevedessero un aumento del contributo da parte dei cittadini
(speriamo che i netturbini non pretendano che i rifiuti vengano
raccolti in bomboniere di ceramica di Capodimonte, se no c'è
pericolo che il il contributo verrebbe di nuovo aumentato); - di
non aver provveduto alla riapertura dell'edificio scolastico «Giovanni
Mazza», come se fosse di sua competenza il rilascio del collaudo
e la dichiarazione di agibilità a lavori ultimati; - di non
aver istituito la Commissione per le licenze ai commercianti, lamentando
che alcuni di essi vendono prodotti non di loro competenza, come
se le licenze fino ad oggi non fossero state rilasciate proprio
da quell'amministrazione della quale il fetente faceva parte; -
di non aver sollecitato la ENEL, per l'illuminazione già
preventivata di Cappella Nuova e dei vicoli Trotti e Abolitomonte
con la Circumvallazione e che, per essere «Pezzentelle»,
fa invidia, come illuminazione, a Piccadilly di Londra e all'«Etoile»
di Parigi, lasciando le strade viciniore come ai tempi di padre
Rocco; - di non aver ancora trovato una sistemazione in organico
agli operai aggiunti, i quali dovranno senz'altro essere tutelati,
fingendo di ignorare che ciò non dipende dal Commissario,
ma dagli organi tutori; ed infine per chiudere - di aver abbellita
la sede del Municipio (figuriamoci se invece l'avesse abbruttita).
Per tutto quanto elencato fin qui il nostro amico chiede le «nuove
elezioni» (beninteso con gli uomini vecchi) per porre fine
a questa situazione CREATA (sic) dal Commissario Prefettizio.
Intanto per non restare inoperoso e per non aver potuto creare dei
«laghi artificiali» a Montedoro con annesso un parco
di divertimento per ragazzi, ne ha impiantato uno per proprio conto
su suolo pubblico, giù alla Litoranea.
Anche noi abbiamo sollecitato il Commissario a ben operare a favore
della nostra città e lo abbiamo criticato quando la sua azione
si mostrava lenta, proprio perché eravamo stanchi delle inette
amministrazioni che ci avevano precedentemente deliziato.
Ma ora uno dei componenti l'ultima compagine amministrativa democristiana
si permette di addossare al Commissario le loro colpe, ad un funzionario
che non poteva certo avere la bacchetta magica per fare quanto per
tre lustri non si era stati capaci di fare con la aggravante di
aver per tanti altri lati, rovinato irrimediabilmente la città.
Vogliamo sperare che queste meschinerie non siano oggetto di propaganda
elettorale.
Quindi non «sparate» al Commissario! Egli è un
funzionario nominato dall'alto ed è scevro da ogni demagogia
e, non avendo alcun obbligo con chicchessia, è il Commissario
«MAI-GRETTO»
mentre chi usa queste baggianate per ingannare gli ingenui e le
persone in buona fede, mostra appunto tutta la sua grettezza credendo
di fare il furbo.
Sorge proprio spontanea la esclamazione: «Guarda da quale
pulpito viene la predica!...».
IL COMMISSARIO a fine mandato se ne andrà mentre purtroppo
alcuni ritorneranno perché vogliono, fortissimamente vogliono
ritornare e piangeremo. Piangeremo su questa povera Torre nostra
ridotta un letamaio fra ruderi e cassettoni da qualunque lato la
si guardi. Pensando a questo ci domandiamo se non sia il caso di
auto-assegnarci l'«Oscar di fesso» per aver consigliato
o proposto di rovesciare sulle spalle di poveri galantuomini questa
pesante e rovinosa eredità.
Nessuno delle tante persone eminenti ci ha confortati con uno scritto.
Nessuno dei tanti che verbalmente plaudono alla nostra tesi ha voluto
con il proprio autorevole parere intervenire per il bene della città
e diciamolo pure per l'unità del partito della D.C.
Uno soltanto ci ha fatto pervenire una lettera, dubitando perfino
che la pubblicassimo è il sig. Tobia Colantuono.
Caro sigg. Tobia, gli autocandidati ad ogni costo non sono come
la mosca del suo omonimo; questi se li cacciate dalla finestra entrano
dal camino, dal tubo di scarico ma entrano.
Venga in redazione, sig. Colantuono , non tema, non le sarà
assegnato l'Oscar perché non lo merita; ma si unirà
a noi e tutti insieme continueremo a «raccontarlo al Kaiser».
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Giacchè abbiamo parlato di divertimenti per ragazzi, non
possiamo tralasciare quelli per i giovani.
La nostra città o meglio il nostro paese è diventato
IL PAESE DEI CAMPANELLI
non quello della famosa operetta di Lombardo e Ranzato nella quale
i campanelli suonavano quando una coppia faceva all'amore. Qui invece
i campanelli suonano mentre le monete scivolano nelle fauci insaziabili
dei flippers e da qui nelle tasche dei tenutari di infiniti pseudo-circoli
culturali rionali che sono sorti come funghi anche all'insegna di
un grosso partito politico «guida di civiltà e di democrazia».
Ce n'è uno che si qualifica addirittura «Circolo artistico».
Dove i campanelli dovrebbero suonare come nell'operetta di cui sopra,
invece non suonano.
Parlo di quell'enorme parcheggio sulle pendici del Vesuvio dove
i genitori non possono portare i bambini a respirare un po' di aria
salubre per evitare che il bambino o la bambina domandi alla mamma:
- Mamma, quassù hanno creato questo grande parcheggio? -
e la mamma imbarazzatissima dover rispondere - Si caro, hanno fatto
questo grosso parcheggio.
E' ovvio che mai come in questo caso, l'unica cosa da farsi è
quella di andarla a raccontare al Kaiser.
TOPO-NO(N)-MASTICA
benché il topo essendo roditore roda il fegato ai postini
ed anche a noi che vediamo ritornare il giornale indietro con la
scritta «sconosciuto». Sarebbe il caso di mettere in
funzione questa benedetta commissione al più presto, se no
andrà a finire che le strade di Torre saranno intitolate
in segno di riconoscenza agli zii, che hanno lasciato ai nipoti
le terre lottizzate facendoli realizzare fiori di quattrini frisc'a
all'anema d'ò zio.
Qualcun altro, prima di noi, si interessò della cosa (stavo
per scrivere problema) e proprio un elenco di nominativi di papi,
di cardinali, di santi, di beati, di parroci, e per poco non ci
scappava anche il «pecuozzo». Ricordo che c'era anche
Pio IX.
Non vogliamo mangiare nessuno e tanto meno quegli uomini pur grandi
e benemeriti. Saremmo disposti a chiamare le strade con nomi di
cose come fiori, ortaggi, pesci, ecc. secondo l'ubicazione delle
strade e chi le abita.
Per esempio, se in quella strada un «pezzo grosso»,
si potrebbe intitolarla «via del papavero» e, se questo
pezzo grosso è dotato di limitate doti intellettuali «via
del cavolfiore» che è anch'esso un fiore, anzi un bianco
fiore, oppure «via triglia» o «via gambero»,
dove abita qualcuno dalle idee, diciamo «rosse» e la
strada, dove abita qualche ingenuo che crede ancora alle virtù
taumaturgiche dei 23, «via del calamaro».
Mettiamo gli scherzi a parte e preghiamo chi è competente
in materia di voler provvedere, incominciando a sostituire tutti
i nominativi apposti abusivamente ai vari parchi e strade qualunque
sia il nome, perché le denominazioni le stabilisce il Comune
attraverso la Commissione per la Toponomastica. Che ne dice sig.
Commissario, lo facciamo questo colpo di mano salutare?
Solo al paese di Mastu Rafele ognuno fa il proprio comodo. Come
dite, il paese di mastu Rafaele è proprio questo? Intanto
lo è, tanto è vero che ognuno tira l'acqua al proprio
mulino, anche se non è proprio un mulino, come accade per
l'acqua della
FONTANA
mentre noi stiamo aspettando ancora la risoluzione dell'enigma (qualcuno
si aspettava che io dicessi «problema». Teh!)
Parliamo sempre della fontana e della sua acqua scomparsa. Chiediamo
scusa ai nostri lettori se insistiamo, ma quell'acqua era ed è
tuttora patrimonio non del Comune, ma di tutti i torresi che vorranno
aiutarci alla soluzione del quesito (Niente, «problema»
non lo scrivo, mi sono antipatici la parola e coloro che la usano.
Nell'attesa consoliamoci nel pensare che a Torre sorgerà
un edificio immenso, grande quasi quanti la
REGGIA DI CASERTA
la quale è lunga metri 253, larga metri 202 e alta metri
41. Quest'altra «reale delizia» sorgerà in via
Nazionale e l'edificio sarà lungo (dicono) 180 metri; mancano
73 metri per uguagliare la famosa reggia vanvitelliana, ma non tutte
le speranze sono perdute, perché (dicono) hanno intenzione
di recuperarli in altezza.
E nemmeno sono andate perdute le nostre
SPERANZE
che gli uomini nuovi invitati ad entrare nelle liste, si rifiutino
di «entrarvi», se non siano stati eliminati preventivamente
gli uomini vecchi, e non ci riferiamo all'età.
Si vocifera, pare anzi cosa certa, che i due tronconi della D.C.
vogliano formare due liste, ma anche in questo caso risulta difficile
trovare nomi nuovi che accettino di farne parte. E' ormai convinzione
generale che i vecchi non debbano tornare. Se questi si convincessero
a mettersi da parte, sarebbe senz'altro possibile la formazione
di una lista unica e sarebbe la cosa preferibile per il rilancio
della D.C.
Ove gli uomini nuovi si imbarcassero assieme ai vecchi equipaggi,
con il vento che spira non raggiungerebbero il porto. Mi spiego
meglio.
I nuovi sanno per esperienza che ad essere eliminati sarebbero proprio
loro, come è avvenuto e sempre purtroppo avverrà.
Perciò o tutti nuovi o non si entra in lista. E' un consiglio
d'amico.
Se le cose andranno male a chi lo racconterete poi? Al «Kaiser»?
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