di RAFFAELE RAIMONDO
Il direttore disse - Dopo le vacanze
di Ferragosto usciremo ad otto pagine. Approntiamo il materiale,
altrimenti ci troveremo in ritardo. - Ma questo agosto più
umido che canicolare toglie la voglia di fare anche le cose più
piacevoli. Per reazione si è tentati a trattare anzi le cose
più... spiacevoli e vogliamo proprio farlo, incominciando
da quei DENIGRATORI che, alterando ed ignorando la storia, affermano
che Napoli, questa città sfortunata e fonte di tante fortune,
era fino a poco tempo fa un ammasso di pidocchiosi e di puzzolenti,
di zotici e di ignoranti, di guappi e di prostitute dalle facce
sfregiate.
Mettono in ridicolo perfino la sua fede in Dio e il rispetto verso
il potere costituito che questo popolo, civilmente, aveva ed ha
ancora.
E non sanno invece che il cattolicissimo popolo napoletano non consentì
mai all'istituzione del Tribunale dell'Inquisizione; si ribellò
al prepotere spagnolo con la rivolta di Masaniello e non si arrese
nemmeno quando dai forti di Sant'Elmo e di Castelnuovo in cannoni
bombardarono per più giorni la città; incendiò
e distrusse le case ricche dei gabellieri e dei politicanti di allora,
e badate, senza appropriarsi di nulla; nel 1799 si difese contro
i francesi di Championnet prima, e contro i Sanfedisti poi; nel
1848 si sollevò contro il dispotismo e l'assolutismo dei
Borboni; nel 1860 si unì all'Italia con un unanime plebiscito;
nel 1915-18 dette alla Patria la sua giovinezza migliore per completare
l'Unità d'Italia.
Nell'ultima guerra Napoli è stata la città che ha
sofferto di più: è stata la più bombardata
e nelle eroiche quattro giornate rifulse ancora una volta per il
suo innato amore per la libertà e per l'Italia, sollevandosi
contro i nazi-fascisti oppressori.
Questa città, che ha dato molto ed ha avuto poco, ha consegnato
alla Storia una schiera infinita di uomini degni di essere ricordati,
da Emanuele de Deo il più umile scugnizzo che eroicamente
ha combattuto contro i tedeschi, da Giovanbattista Vico a Basilio
Puoto da Luigi Settembrini a Ruggiero Bonghi da Nicola Amore a Nicola
Romeo da Francesco Caracciolo ad Armando Diaz.
Come si potrebbe elencarli tutti?!...
Ed anche i «guappi», che non sempre erano delinquenti,
con la famosa «Sangiovannara» collaborarono con «don
Peppino» nel consegnare all'Italia la capitale più
bella del mondo.
Le frottole da sussidiari di terza elementare di un tempo, che vanno
cianciando sull'arretratezza del popolo napoletano, vanno rintuzzate
energicamente.
In fatto di igiene diremo che il colera e la peste esistevano anche
a Milano (vedi «I Promessi Sposi»).
Questi denigratori sono dello stesso stampo di quelli che si interessano
di STRU...(T)TURISMO toccasana della «soluzione di tutti i
problemi», come essi dicono. La parola «problema»
ricorre nei loro scritti in ogni periodo, e talora più volte
in un solo periodo. Ecco un esempio autentico tratto dall'articolo
di fondo di un giornale: iniziamo le pubblicazioni fiduciosi di
poter contribuire in modo obiettivo alla soluzione dei problemi
della nostra città cercando di sensibilizzare l'opinione
pubblica a tutta una serie di problemi vecchi e nuovi la cui realizzazione
potrebbe essere la chiave di volta di tutta la fitta problematica
torrese.
Sono i detrattori del passato e propongono di sopprimere questa
o quella manifestazione folckloristica o religiosa affermando che
sono cose sorpassate. Al loro posto essi consigliano di mettere
delle cose nuove da offrire al turista.
Ed apprendiamo, così non senza indignazione, che si vorrebbe
consegnare alla iniziativa... di operatori economici il Castel dell'Ovo
ed il Castel di Sant'Elmo, per impiantarvi dei Casinò da
gioco e dei night-clubs (che sarebbero poi dei Casinò senza
l'accento sulla o), naturalmente con le relative modificazioni architettoniche,
impiantando magari un W.C. nella cella dove fu prigioniero Domenico
Cirillo, un guardaroba dove languì Luisa Sanfelice o un deposito
di rifiuti dove fu rinchiusa Eleonora Pimentel de Fonseca.
Neh! Stru...t...turista, se hai la ventura e l'onore di avvicinarti
a quei vetusti monumenti, ricchi di gloriosa leggenda, di atrocità,
di sofferenze inaudite, cerca di camminare in punta di piedi e cerca
soprattutto di non sfiorarli nemmeno, potresti offendere la memoria
di tanti Eroi e profanare secoli di storia.
Si vorrebbe (anzi è stato già fatto) sostituire i
posteggiatori e le canzoni napoletane (quelle buone naturalmente)
con i capelloni e le loro frastornanti chitarre elettriche e, per
essere al passo con la moda, cantare in inglese, in francese, in
tedesco, magari anche in italiano, fuorché in napoletano.
Via i pianini, via le carrozzelle, via l'ostricaro, via l'acquafrescaio,
e non si domandano: Il turista che viene a vedere a Napoli? - Quello
che a casa sua vede tutti i giorni e ogni notte ?
Per incrementare il turismo occorre presentare la Napoli di Emanuele
Bidera, di Carlo Augusto Mayer, quella di Dumas, quella di Aniello
Costagliola e di Robero Bracco, quella di Bovio e di Nicolardi,
quella di Ferdinando Russo e Salvatore Di Giacomo, di Murolo e Tagliaferri,
con i colori di Eduardo Dalbono e di Giacinto Gigante per il paesaggio
e con quelli di Filippo Palazzi per i costumi.
Son matusa?! Sì?! E allora 'o turismo levatevello 'a capa!...
La tradizione non è arretratezza, come la modernità
non è per forza il progresso. Volete un esempio che vale
per tutti?
Il Comune di Roma spenderà fiori di milioni in via del Babuino.
Verrà tolta, smontata, sfasciata l'illuminazione moderna
e saranno istallati degli... antiquati lampioni. Secondo i moderni
stru...t...turisti le lettere S.P.Q.R. dello stemma di Roma dovrebbero
essere sostituite dalle lettere C.A.Q.R. (Che Arretrati Questi Romani).
Intanto però, si verifica che i cafoni arricchiti danno la
caccia a mobili tarlati, poltrone zoppicanti e divani ripieni di
muffa e cimici, sostenendo che questa roba fa distinzione, fa chic...!
E c'è ancora da rimanere disorientati, se si pensa che da
tutte le parti e quindi anche da parte nostra si piangono lacrime
amare sulla sorte della VILLA DELLE GINESTRE che dal lato architettonico
non vale un fico secco, mentre si lasciano cadere a pezzi villa
Campolieto, villa Prota, il Palazzo Vallelonga ecc.(Quest'ultimo
ha i giorni contati e farà la fine della «Castelluccia»)
I culturati, giustamente, si preoccupano che nella ex villa Ferrigni
dimorò Giacomo Leopardi (queste ville dove hanno abitato
grandi uomini , diventano fatalmente centri di studi... e poi non
servono a nulla.
C'è da domandarsi che differenza passa se lo studio, specialmente
quello in campo letterario, avvenga in un posto o in un altro).
Nella cameretta abitata dal povero Giacomino non esiste più
niente e quindi non interessa né al turista né agli
studiosi. Per renderla veramente interessante occorrerebbe murare
una lapide a testimoniare con quanto entusiasmo Leopardi soggiornasse
in quella villa; le parole sono sue: Nelle altre cose, questo soggiorno
non mi conviene molto - 5 aprile 1834 ed ancora: ....Questi lazzaroni
e pulcinelli, nobili e plebei, tutti ladri e baron fottuti, degnissimi
di spagnoli e di forche - 3 febbraio 1835».
Con tutta la deferenza dovuta al grande poeta, lo accomuniamo alla
categoria dei denigratori. Però siamo d'accordo per il restauro
della villa... anche senza apporre la lapide e volgiamo ora il nostro
interessamento passeggero al fenomeno mondiale che consiste nel
MOSTRARE TUTTO.
La prima cosa oggi che si vuol mostrare a tutti i costi è
quella che le giovani coppie ostentatamente... mostrano, cioè
quella di volersi bene e di averne esse solo il monopolio. Ecco
perchè le vedete per strada avvinghiate, vi danno a parere
che le quattro braccia non bastino e che occorrerebbero quelle di
Brahma, Vishnù e Siva messe insieme: a croce di S. Andrea,
a croce uncinata, a spirale tipo serpente boa ecc. e, voi non sapete
se stanno camminando per iniziare un slow-fox o un frenetico tango
alla Rodolfo Valentino.
Vi guardano come per domandarvi: - Ohé! Voi non vedete?!
Noi ci amiamo!!!...
A questo punto viene spontaneo la risposta che non scrivo perché
il direttore non la farebbe pubblicare.
Ma gli amori grandi, ciclonici, travolgenti sono quelli delle attrici,
degli attori, dei cantanti ecc. Quelli poi li mostrano, li sbandierano
ai quattro venti e sui rotocalchi, anche se poi dureranno qualche
giorno appena.
E' il caso clamoroso, ultimo per ora, di una famosa attrice francese
abbastanza «leggera» - pesa sì e no una quarantina
di chili - che, mentre il marito miliardario tedesco, Gunther Sachs
protesta e minaccia l'intruso, l'italiano-latin-lower, anche lui
miliardario, di nome Rizzi, si erge a discolpare e a difendere il
suo nuovo amore dicendo al primo: «Fa' quello che vuoi, ma
non a Rizzi!...».
Con i tanti figli che stanno scodellando le regine, le principesse,
le attrici, le cantanti ecc. viene da domandarsi se vale la pena
di stare a discutere ancora sull'opportunità o meno di impiegare
la pillola, che in ultima analisi dovrebbe essere usata solamente
da PINCUS... pallinus.
Sorvoliamo sulla sorprendente competenza urbanistica di certi politic...anti
locali e dei loro mirabolanti progetti in funzione di specchio per
le allodole, e passiamo senz'altro alle mostre vere e proprie cioè
allestite dai PITTORI TORRESI i quali, a dir la verità, non
sono né rumorosi né numerosi. Parliamo di quelli che
danno fastidio, dei pseudi artisti e soprattutto dei pseudo critici,
che fanno tanto male prendendo o credendo di prendere per fesso
il lettore sprovveduto, e finiscono col danneggiare il recensito
con le parole difficili dei loro inconcludenti scritti, ignorando
completamente le buone manifestazioni e battendo insistentemente
sue quelle di nessun pregio.
Una bellissima mostra d'arte allestita al circolo «Morelli»
è stata fatta passare sotto silenzio perchè misoneista.
A proposito delle opere di una mostra d'avanguardia presentata dall'ultima
lettera dell'alfabete si è parlato invece di travaglio fisico
e culturale. Ecco perchè forse hanno bisogno dell'ostretico,
pardon... del critico.
Chi vuole andare a pop e chi a pro...ra, ma nessuno vuole andare
al diavolo o verso la maniera giusta che, a parte le diverse maniere,
è quella che l'occhio umano gradisce ed il cervello interpreta.
Parlano di disegno, tono, prospettive (questa poi...!) e non sanno
che bestemmiano. Ho visto una.... mostra d'arte che a primo acchitto
avevo scambiato per una bottega di «saponaro».
Lasciamo pascere nella loro beata illusione di artisti e di critici
d'arte, sicuri che un giorno le cose andranno al loro posto ed i
valori saranno quelli di sempre, dedicando ai pop...pisti,
agli avanguardisti, non quelli in camicia nera e manganello, la
quartina che segue:
- So cientemila scarse d'abbitante,
pare pazzia: so tutte pitture
e songh''a stessa cosa tutte quante:
tenene'a faccia tosta cchiù d''e mmure.
Mentre sto scrivendo mi giunge la strabiliante
notizia che un PENSIONATO (giornale radio delle 16,30 del 16 agosto
- secondo programma) ha lasciato tutti i suoi risparmi, dodici milioni,
allo Stato per avergli questi pagato la pensione per oltre 40 anni
quale combattente della guerra 1915-1918. Il poveretto è
morto di insolazione: Di insolazione? O il cervello era già
cotto?
A parte gli scherzi, avrà ingenuamente pensato di compiere
un atto di onestà.
A questo punto è opportuno farvi sapere in fatto di onestà
come agivano gli UOMINI POLITICI di una volta.
La sera dell'otto settembre 1870 partiva dalla stazione di Firenze,
diretto a Roma, il conte Gustavo Ponza di San Martino, con il suo
seguito.Il Presidente del Consiglio Giovanni Lanza insieme con le
istruzioni e la lettera di Vittorio Emanuele II da portare a Pio
IX (erano dei pretesti, perchè il venti settembre i bersaglieri
di Raffaele Cadorno sarebbero entrati in Roma) gli consegnò
una credenziale sul Banco Spada di 50.000 lire ed inoltre diecimila
lire in oro per le spese minute.
La sera dell'11 settembre di ritorno a Firenze, dopo quattro giorni,
il conte di San Martino restituì al Presidente del Consiglio
la credenziale intatta ed il resto delle diecimila lire in oro per
una somma di lire 9.724 e pochi centesimi.Delle 60.000 lire, somma
enorme per quei tempi, aveva speso per sé ed il suo seguito...duecentosettantacinque
lire e centesimi...! La chiamavano «l'Italietta».
Scendiamo da queste altitudini, se no corriamo il rischio di morire
assiderati e andiamo invece terra terra, dove incontriamo alcuni
ostinati politicanti che vogliono imporre la propria candidatura
a tutti i costi.
Una volta essi promettevano piscine, porti turistici, laghetti a
Montedoro; oggi la loro attenzione e il premuroso loro interessamente
si rivolgono verso S. MARIA LA BRUNA e si promettono ai laboriosi
abitanti di quelle contrade città satelliti, strade, boulevards
e forse anche il... separatismo.
Si ergono a difensori del lavoro degli operai edili e a proposito,
anzi a sproposito, invocano dal dott. Di Renzo quello che altri
avevano già invocato. Fanno intervenire il sottosegretario
ai Lavori Pubblici per i Lavori... Privati.
Si sono dimenticati che il Ministero dei LL.PP. comprende la Direzione
Generale per le Opere Marittime e che il sottosegretario avrebbe
anche potuto intervenire opportunamente e con maggiore competenza
per il restauro della diga foranea del porto che sta andando in
frantumi. Noi non vogliamo CAMBIARE niente dal lato ideologico e
politico. Noi vorremmo cambiare gli UOMINI che attreverso i loro
scritti fanno già trapelare tutto il loro livore, la loro
furbizia e la loro ipocrisia.
Essi devono sentire il dovere di ANDARSENE per nostra città
e per il loro partito.
Noi sappiamo che stiamo combattendo una battaglia perduta in partenza,
non per la valentia di quegli uomini, ma per l'apatia del popolo
torrese. Ma noi speriamo ancora.
Se questa battaglia noi la perdessimo oggi, per la loro caparbietà,
libidine di potere ed altro ancora, il loro partito la perderà
domani. Non loro, perchè essi troveranno sempre il modo di
arrangiarsi... se ne avranno tempo.
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