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Tratto dal nn°14-15
de LA TORRE -
30 Agosto 1968
 
 
 
Panoramiche e zoomate di agosto
 

di RAFFAELE RAIMONDO

Il direttore disse - Dopo le vacanze di Ferragosto usciremo ad otto pagine. Approntiamo il materiale, altrimenti ci troveremo in ritardo. - Ma questo agosto più umido che canicolare toglie la voglia di fare anche le cose più piacevoli. Per reazione si è tentati a trattare anzi le cose più... spiacevoli e vogliamo proprio farlo, incominciando da quei DENIGRATORI che, alterando ed ignorando la storia, affermano che Napoli, questa città sfortunata e fonte di tante fortune, era fino a poco tempo fa un ammasso di pidocchiosi e di puzzolenti, di zotici e di ignoranti, di guappi e di prostitute dalle facce sfregiate.
Mettono in ridicolo perfino la sua fede in Dio e il rispetto verso il potere costituito che questo popolo, civilmente, aveva ed ha ancora.
E non sanno invece che il cattolicissimo popolo napoletano non consentì mai all'istituzione del Tribunale dell'Inquisizione; si ribellò al prepotere spagnolo con la rivolta di Masaniello e non si arrese nemmeno quando dai forti di Sant'Elmo e di Castelnuovo in cannoni bombardarono per più giorni la città; incendiò e distrusse le case ricche dei gabellieri e dei politicanti di allora, e badate, senza appropriarsi di nulla; nel 1799 si difese contro i francesi di Championnet prima, e contro i Sanfedisti poi; nel 1848 si sollevò contro il dispotismo e l'assolutismo dei Borboni; nel 1860 si unì all'Italia con un unanime plebiscito; nel 1915-18 dette alla Patria la sua giovinezza migliore per completare l'Unità d'Italia.
Nell'ultima guerra Napoli è stata la città che ha sofferto di più: è stata la più bombardata e nelle eroiche quattro giornate rifulse ancora una volta per il suo innato amore per la libertà e per l'Italia, sollevandosi contro i nazi-fascisti oppressori.
Questa città, che ha dato molto ed ha avuto poco, ha consegnato alla Storia una schiera infinita di uomini degni di essere ricordati, da Emanuele de Deo il più umile scugnizzo che eroicamente ha combattuto contro i tedeschi, da Giovanbattista Vico a Basilio Puoto da Luigi Settembrini a Ruggiero Bonghi da Nicola Amore a Nicola Romeo da Francesco Caracciolo ad Armando Diaz.
Come si potrebbe elencarli tutti?!...
Ed anche i «guappi», che non sempre erano delinquenti, con la famosa «Sangiovannara» collaborarono con «don Peppino» nel consegnare all'Italia la capitale più bella del mondo.
Le frottole da sussidiari di terza elementare di un tempo, che vanno cianciando sull'arretratezza del popolo napoletano, vanno rintuzzate energicamente.
In fatto di igiene diremo che il colera e la peste esistevano anche a Milano (vedi «I Promessi Sposi»).
Questi denigratori sono dello stesso stampo di quelli che si interessano di STRU...(T)TURISMO toccasana della «soluzione di tutti i problemi», come essi dicono. La parola «problema» ricorre nei loro scritti in ogni periodo, e talora più volte in un solo periodo. Ecco un esempio autentico tratto dall'articolo di fondo di un giornale: iniziamo le pubblicazioni fiduciosi di poter contribuire in modo obiettivo alla soluzione dei problemi della nostra città cercando di sensibilizzare l'opinione pubblica a tutta una serie di problemi vecchi e nuovi la cui realizzazione potrebbe essere la chiave di volta di tutta la fitta problematica torrese.
Sono i detrattori del passato e propongono di sopprimere questa o quella manifestazione folckloristica o religiosa affermando che sono cose sorpassate. Al loro posto essi consigliano di mettere delle cose nuove da offrire al turista.
Ed apprendiamo, così non senza indignazione, che si vorrebbe consegnare alla iniziativa... di operatori economici il Castel dell'Ovo ed il Castel di Sant'Elmo, per impiantarvi dei Casinò da gioco e dei night-clubs (che sarebbero poi dei Casinò senza l'accento sulla o), naturalmente con le relative modificazioni architettoniche, impiantando magari un W.C. nella cella dove fu prigioniero Domenico Cirillo, un guardaroba dove languì Luisa Sanfelice o un deposito di rifiuti dove fu rinchiusa Eleonora Pimentel de Fonseca.
Neh! Stru...t...turista, se hai la ventura e l'onore di avvicinarti a quei vetusti monumenti, ricchi di gloriosa leggenda, di atrocità, di sofferenze inaudite, cerca di camminare in punta di piedi e cerca soprattutto di non sfiorarli nemmeno, potresti offendere la memoria di tanti Eroi e profanare secoli di storia.
Si vorrebbe (anzi è stato già fatto) sostituire i posteggiatori e le canzoni napoletane (quelle buone naturalmente) con i capelloni e le loro frastornanti chitarre elettriche e, per essere al passo con la moda, cantare in inglese, in francese, in tedesco, magari anche in italiano, fuorché in napoletano. Via i pianini, via le carrozzelle, via l'ostricaro, via l'acquafrescaio, e non si domandano: Il turista che viene a vedere a Napoli? - Quello che a casa sua vede tutti i giorni e ogni notte ?
Per incrementare il turismo occorre presentare la Napoli di Emanuele Bidera, di Carlo Augusto Mayer, quella di Dumas, quella di Aniello Costagliola e di Robero Bracco, quella di Bovio e di Nicolardi, quella di Ferdinando Russo e Salvatore Di Giacomo, di Murolo e Tagliaferri, con i colori di Eduardo Dalbono e di Giacinto Gigante per il paesaggio e con quelli di Filippo Palazzi per i costumi.
Son matusa?! Sì?! E allora 'o turismo levatevello 'a capa!...
La tradizione non è arretratezza, come la modernità non è per forza il progresso. Volete un esempio che vale per tutti?
Il Comune di Roma spenderà fiori di milioni in via del Babuino. Verrà tolta, smontata, sfasciata l'illuminazione moderna e saranno istallati degli... antiquati lampioni. Secondo i moderni stru...t...turisti le lettere S.P.Q.R. dello stemma di Roma dovrebbero essere sostituite dalle lettere C.A.Q.R. (Che Arretrati Questi Romani).
Intanto però, si verifica che i cafoni arricchiti danno la caccia a mobili tarlati, poltrone zoppicanti e divani ripieni di muffa e cimici, sostenendo che questa roba fa distinzione, fa chic...!
E c'è ancora da rimanere disorientati, se si pensa che da tutte le parti e quindi anche da parte nostra si piangono lacrime amare sulla sorte della VILLA DELLE GINESTRE che dal lato architettonico non vale un fico secco, mentre si lasciano cadere a pezzi villa Campolieto, villa Prota, il Palazzo Vallelonga ecc.(Quest'ultimo ha i giorni contati e farà la fine della «Castelluccia») I culturati, giustamente, si preoccupano che nella ex villa Ferrigni dimorò Giacomo Leopardi (queste ville dove hanno abitato grandi uomini , diventano fatalmente centri di studi... e poi non servono a nulla.
C'è da domandarsi che differenza passa se lo studio, specialmente quello in campo letterario, avvenga in un posto o in un altro).
Nella cameretta abitata dal povero Giacomino non esiste più niente e quindi non interessa né al turista né agli studiosi. Per renderla veramente interessante occorrerebbe murare una lapide a testimoniare con quanto entusiasmo Leopardi soggiornasse in quella villa; le parole sono sue: Nelle altre cose, questo soggiorno non mi conviene molto - 5 aprile 1834 ed ancora: ....Questi lazzaroni e pulcinelli, nobili e plebei, tutti ladri e baron fottuti, degnissimi di spagnoli e di forche - 3 febbraio 1835».
Con tutta la deferenza dovuta al grande poeta, lo accomuniamo alla categoria dei denigratori. Però siamo d'accordo per il restauro della villa... anche senza apporre la lapide e volgiamo ora il nostro interessamento passeggero al fenomeno mondiale che consiste nel MOSTRARE TUTTO.
La prima cosa oggi che si vuol mostrare a tutti i costi è quella che le giovani coppie ostentatamente... mostrano, cioè quella di volersi bene e di averne esse solo il monopolio. Ecco perchè le vedete per strada avvinghiate, vi danno a parere che le quattro braccia non bastino e che occorrerebbero quelle di Brahma, Vishnù e Siva messe insieme: a croce di S. Andrea, a croce uncinata, a spirale tipo serpente boa ecc. e, voi non sapete se stanno camminando per iniziare un slow-fox o un frenetico tango alla Rodolfo Valentino.
Vi guardano come per domandarvi: - Ohé! Voi non vedete?! Noi ci amiamo!!!...
A questo punto viene spontaneo la risposta che non scrivo perché il direttore non la farebbe pubblicare.
Ma gli amori grandi, ciclonici, travolgenti sono quelli delle attrici, degli attori, dei cantanti ecc. Quelli poi li mostrano, li sbandierano ai quattro venti e sui rotocalchi, anche se poi dureranno qualche giorno appena.
E' il caso clamoroso, ultimo per ora, di una famosa attrice francese abbastanza «leggera» - pesa sì e no una quarantina di chili - che, mentre il marito miliardario tedesco, Gunther Sachs protesta e minaccia l'intruso, l'italiano-latin-lower, anche lui miliardario, di nome Rizzi, si erge a discolpare e a difendere il suo nuovo amore dicendo al primo: «Fa' quello che vuoi, ma non a Rizzi!...».
Con i tanti figli che stanno scodellando le regine, le principesse, le attrici, le cantanti ecc. viene da domandarsi se vale la pena di stare a discutere ancora sull'opportunità o meno di impiegare la pillola, che in ultima analisi dovrebbe essere usata solamente da PINCUS... pallinus.
Sorvoliamo sulla sorprendente competenza urbanistica di certi politic...anti locali e dei loro mirabolanti progetti in funzione di specchio per le allodole, e passiamo senz'altro alle mostre vere e proprie cioè allestite dai PITTORI TORRESI i quali, a dir la verità, non sono né rumorosi né numerosi. Parliamo di quelli che danno fastidio, dei pseudi artisti e soprattutto dei pseudo critici, che fanno tanto male prendendo o credendo di prendere per fesso il lettore sprovveduto, e finiscono col danneggiare il recensito con le parole difficili dei loro inconcludenti scritti, ignorando completamente le buone manifestazioni e battendo insistentemente sue quelle di nessun pregio.
Una bellissima mostra d'arte allestita al circolo «Morelli» è stata fatta passare sotto silenzio perchè misoneista.
A proposito delle opere di una mostra d'avanguardia presentata dall'ultima lettera dell'alfabete si è parlato invece di travaglio fisico e culturale. Ecco perchè forse hanno bisogno dell'ostretico, pardon... del critico.
Chi vuole andare a pop e chi a pro...ra, ma nessuno vuole andare al diavolo o verso la maniera giusta che, a parte le diverse maniere, è quella che l'occhio umano gradisce ed il cervello interpreta.
Parlano di disegno, tono, prospettive (questa poi...!) e non sanno che bestemmiano. Ho visto una.... mostra d'arte che a primo acchitto avevo scambiato per una bottega di «saponaro».
Lasciamo pascere nella loro beata illusione di artisti e di critici d'arte, sicuri che un giorno le cose andranno al loro posto ed i valori saranno quelli di sempre, dedicando ai pop...
pisti, agli avanguardisti, non quelli in camicia nera e manganello, la quartina che segue:

- So cientemila scarse d'abbitante,
pare pazzia: so tutte pitture
e songh''a stessa cosa tutte quante:
tenene'a faccia tosta cchiù d''e mmure.

Mentre sto scrivendo mi giunge la strabiliante notizia che un PENSIONATO (giornale radio delle 16,30 del 16 agosto - secondo programma) ha lasciato tutti i suoi risparmi, dodici milioni, allo Stato per avergli questi pagato la pensione per oltre 40 anni quale combattente della guerra 1915-1918. Il poveretto è morto di insolazione: Di insolazione? O il cervello era già cotto?
A parte gli scherzi, avrà ingenuamente pensato di compiere un atto di onestà.
A questo punto è opportuno farvi sapere in fatto di onestà come agivano gli UOMINI POLITICI di una volta.
La sera dell'otto settembre 1870 partiva dalla stazione di Firenze, diretto a Roma, il conte Gustavo Ponza di San Martino, con il suo seguito.Il Presidente del Consiglio Giovanni Lanza insieme con le istruzioni e la lettera di Vittorio Emanuele II da portare a Pio IX (erano dei pretesti, perchè il venti settembre i bersaglieri di Raffaele Cadorno sarebbero entrati in Roma) gli consegnò una credenziale sul Banco Spada di 50.000 lire ed inoltre diecimila lire in oro per le spese minute.
La sera dell'11 settembre di ritorno a Firenze, dopo quattro giorni, il conte di San Martino restituì al Presidente del Consiglio la credenziale intatta ed il resto delle diecimila lire in oro per una somma di lire 9.724 e pochi centesimi.Delle 60.000 lire, somma enorme per quei tempi, aveva speso per sé ed il suo seguito...duecentosettantacinque lire e centesimi...! La chiamavano «l'Italietta».
Scendiamo da queste altitudini, se no corriamo il rischio di morire assiderati e andiamo invece terra terra, dove incontriamo alcuni ostinati politicanti che vogliono imporre la propria candidatura a tutti i costi.
Una volta essi promettevano piscine, porti turistici, laghetti a Montedoro; oggi la loro attenzione e il premuroso loro interessamente si rivolgono verso S. MARIA LA BRUNA e si promettono ai laboriosi abitanti di quelle contrade città satelliti, strade, boulevards e forse anche il... separatismo.
Si ergono a difensori del lavoro degli operai edili e a proposito, anzi a sproposito, invocano dal dott. Di Renzo quello che altri avevano già invocato. Fanno intervenire il sottosegretario ai Lavori Pubblici per i Lavori... Privati.
Si sono dimenticati che il Ministero dei LL.PP. comprende la Direzione Generale per le Opere Marittime e che il sottosegretario avrebbe anche potuto intervenire opportunamente e con maggiore competenza per il restauro della diga foranea del porto che sta andando in frantumi. Noi non vogliamo CAMBIARE niente dal lato ideologico e politico. Noi vorremmo cambiare gli UOMINI che attreverso i loro scritti fanno già trapelare tutto il loro livore, la loro furbizia e la loro ipocrisia.
Essi devono sentire il dovere di ANDARSENE per nostra città e per il loro partito.
Noi sappiamo che stiamo combattendo una battaglia perduta in partenza, non per la valentia di quegli uomini, ma per l'apatia del popolo torrese. Ma noi speriamo ancora.
Se questa battaglia noi la perdessimo oggi, per la loro caparbietà, libidine di potere ed altro ancora, il loro partito la perderà domani. Non loro, perchè essi troveranno sempre il modo di arrangiarsi... se ne avranno tempo.