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Tratto dal n°11-12
de LA TORRE -
20 - 07 - 1967
 
 

Risposta semiaffettuosa al signor Spierto

AI FULMINI DELL'ANTONIO


Signor Spierto,

Lei farebbe un pessimo affare pubblicando la sua lettera a mezzo volantini e manifesti, perché dovrebbe pubblicare anche l’articolo che ha causato il mio commento.
Noi de «La Torre» per evitarglieLo e per dovere di ospitalità, anche se non meritata, la pubblichiamo e non vogliamo il suo ringraziamento né una sua eventuale replica, anche perché la pubblicità si paga. E’ questa un modesto sostegno per l’esistenza del giornale cui si aggiunge l’adesione dei nostri cari abbonati, mentre per noi collaboratori c’è il solo compenso della soddisfazione di poter dire pane al pane e vino al vino nell’interesse superiore della nostra città.
Potrebbe sembrare a un lettore  superficiale come Lei che i nostri scritti vogliano demolire le buone iniziative; invece noi intendiamo colpire (almeno ci illudiamo di farlo) la demagogia e la cattiva amministrazione , senza prevenzione verso chicchessia. Non è «ira contro tutti», perché se Lei avesse letto con maggiore calma senza uscire dai gangheri, avrebbe certamente ricordato l’episodio delle scuole all’aperto aprì la strada alla speculazione di una impresa privata e al disordine edilizio nella nostra città.
Tolse ai bambini di Torre la prima vasta zona di verde e nessun torrese ha perdonato né perdonerà mai la sparizione di quell’oasi meravigliosa. Poi venne il resto.
Comunque ho l’impressione che anche fraintendendo a chi fosse rivolta la parola «speculazione», Lei non si sia discostato poi tanto dalla realtà, forse pensando alla immensa speculazione politico-elettorale, fatta di fandonie allettevoli  e di colpi mancini.
Il nostro giornale ospita le opinioni di tutti e perciò pubblichiamo l’articolo, benché non ne condividiamo il contenuto; ma avevamo pur il diritto di spiegarne il perché, anche se in tono scherzoso. Non dovevamo certo chiedere il permesso a Lei.
La sigla Raf. Rai sono le prime sillabe del nome e del cognome dell’umile sottoscritto, il quale non ha nulla contro di Lei personalmente.
«Questo signore» come Lei mi chiama, e al quale dà del tu, è lusingatissimo per l’intimo pronome da Lei graziosamente concesso, ma non intende fare altrettanto…
«Questo signore» ha sempre amato in silenzio la democrazia ed è abituato a vedere le cose e gli uomini senza nessuna lente, sia essa concava o convessa.
Perché Lei pretende di fargli vedere attraverso il telescopio di monte Palomar tutto quanto Lei dice?
«Questo signore» infine non ha alcuna tessera di partito politico in tasca e non intende ottenere nulla attraverso l’adulazione ed il servilismo: eco perché può parlar chiaro.
Come ha fatto Lei a sapere che il sottoscritto, cioè «questo signore» non si è mai mosso da Torre? Lei certamente è un indovino! Infatti non ho mai attraversato le cinta daziaria della nostra città e sono rimasto con la mia mentalità «retrograda».
Cosa mai posso sapere io della Mostra d’Oltremare e del lavoro italiano nel mondo?
Conosco appena che essa copre un’area di circa 675.000 mq. Ha 11 Km. di strade e viali. In essa c’è la fontana dell’Esedra con i suoi giuochi di acqua e di luci.
Vuol conoscere quanto è lunga la vasca centrale? 238 metri. Vuol sapere quanto è larga? 20 metri. Ed i laghi (questo La interessa) sono tre, signor Spierto, non due. Si aggiorni dunque. Oltre ai tre laghi artificiali (non due; ne ha perduto uno per la strada) ci sono cose ben più importanti e sarebbe troppo lungo elencare ed illustrarle.
Ma lei non ha paura di essere accusato di apologia? Lo sa Lei che tutta quell’opera fu fatta dal «puzzone»?
Vogliamo seguire le sue orme e costruirne una per ogni comune d’Italia, incominciando da Torre del Greco?
Eleviamo laudi canti di ringraziamento al Signore che Lei non è stato finora a visitare l’Esposizione Internazionale di Montreal in Canadà. E’ ancora in tempo. Vada…a quel paese e riferisca. Pendiamo dalle sue labbra!
Sono proprio gli uomini come Lei, anche se rispettabilissimi, operosi e buoni, che hanno portato i bilanci dei Comuni alla rovina con spese inutili, proprio perché sotto l’etichetta della democrazia nascondono la de…magogia.
Non sono, quindi l’Orco cattivo, mangiabambini che vuole loro negare un po’ di verde. Il verde ai bambini ed alle loro famiglie si sarebbe dovuto dare in prossimità delle loro case e si sarebbe potuto fare fino a qualche tempo fa.
Quella zona a Montedoro, con degli accorgimenti e dei lavori di rimboschimento e con pochissima spesa si potrebbe trasformare in un bosco fitto di vegetazione resinosa con qualche sedile di roccia lavorata a mannaia e nulla più.
Le aiuole, i laghi e tutto quanto dice Lei, sono inutili coreografie che non arrecano nessun beneficio ai polmoni dei bambini, recano invece un enorme danno alle casse (vuote) del Comune sia per il loro impianto, sia per la loro manutenzione.
E’ ciò quando, senza spesa alcuna, non si riesce almeno a determinare con il varo del piano di fabbricazione le zone che dovranno rimanere verdi, quelle che dovranno essere adibite alla costruzione delle scuole per i nostri ragazzi, con tanto, tanto spazio per palestre coperte e scoperte (al finanziamento delle quali secondo una nuova legge testé approvata penserà lo Stato) e all’allestimento di moderne scuole materne con annessi spaziosissimi giardini dove i nostri bambini possano essere assistiti, educati fin dalla prima tenere età e moralmente e fisicamente.

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«Vox clamantis in deserto»? Macché! Certo la sua idea, il giorno in cui si rendesse attuabile – e cioè solo dopo che avessimo provveduto a tante minori inderogabili necessità – non sarebbe da respingersi.
Vuol proprio che glielo dica? Mi sento convertito alle sue idee. Anzi verrebbe anche a me la voglia di attuarle subito. Quindi, istituiamo al più presto questo Comitato Ente-Mostra, anzi più comitati e più Enti. Dove ci sono Enti, ci sono i Presi…denti e lavorano i…denti. Un comitato per l’Ente-Mostra dell’Artigianato Campano ed un altro per quello della pesca.
Dal «cuore» del Tirreno rechiamoci tutti a Montedoro, incominciamo a dare sotto con le scavatrici ed i martelli pneumatici. Smantelliamo i diversi stati di roccia, formiamo tanti laghi artificiali (il «puzzone» ne fece tre, noi ne facciamo quattro, se no dov’è il progresso?) padiglioni, aiuole, panchine di marmo, teatrini all’aperto ed andiamo a mostrare gli schifi. Preciso subito!...(Schifo = piccola, sottile, veloce imbarcazione a remi da corsa ( Melzi Ed. A. Vallardi). Chissà come saranno suggestivi i laghetti, con tutti quegli schifi!
Poi sempre a Montedoro esporremo le alici che vengono da Pozzuoli, altri pesci che vengono da Salerno e le seppie che ci arrivano da Manfredonia e così avremo polverizzato la Fiera di Ancona. Che quadro ittico-geografico!
Ed ora, se Lei me lo consente, con il permesso del prof. Penza, venga in redazione per favore! (No! Non si tratta dell’Oscar). Avrei da proporLe un altro Comitato e quindi un altro Ente (Ente più , Ente meno!).
Se vogliamo fare le cose in piena regola – e poi «quannno ‘nce vò, nce vò» - dobbiamo, per forza di cose ed a rigor di logica, fondare anche un Ente per la nostra valorizzazione agricola.
Dove organizzare questa ennesima Mostra di prodotti agricoli…?
Eureka! Basterebbe prolungare la banchina che esiste nei pressi del Circolo Nautico fino a congiungerla con la punta del molo dove c’è la lanterna ( ‘A lanterna ò muolo)
Poi con delle potentissime idrovore (il tempo stringe) prosciugare le acque del porto (al diavolo il porto turistico) e in quella rispettabile area costruire padiglioni, aiuole ecc. e, se il caso lo richiedesse, lo vogliamo fare qui un laghetto?
E’ meglio di no! A Montedoro ne abbiamo già quattro che chiameremo laghi d’argento. Che meraviglia sotto la luna! Che sollazzo per il nostro Ciro Adrian Ciavolino, il designer…!
Dunque, dicevo, su quella rispettabile area del porto prosciugato allestiremo la Mostra per la valorizzazione agricola ed esporremo albicocche, fagiolini, cetrioli e cocozielli, che mancano…

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Veniamo ora alla conclusioni. Dopo i sogni consideriamo la realtà: si tratta soltanto di demagogia.
Le idee che si lanciano, i piani che si propongono attraverso tavole rotonde, ordini del giorno, dibattiti sono soltanto la pania nella quale si vuol far cadere l’elettore ingenuo e sprovveduto. Poi non se ne fa niente.
Le elezioni non sono lontane e tutti si danno da fare. Anche Lei con lo scritto del suo Penza. Noi l’abbiamo pubblicato perché il nostro giornale accetta le idee di tutti, però cerchiamo di aprire gli occhi al lettore. Niente inutile demagogia e vendita di fumo, perché il fumo è oggetto di monopolio. Che vogliamo fare anche i contrabbandieri, adesso?