Il poeta inglese Alessandro Pope (1688 - 1744),
diceva: - "Un partito è la follia di molti a vantaggio di
alcuni". Ecco perché noi finanziamo i partiti...
Il grande letterato ed umorista francese Anatole France (1844 -
1898), a chi gli domandava perché non facesse politica, rispondeva:
- "Non sono abbastanza privo di talento per occuparmene".
Perciò oggi in Italia fanno tutti politica...
Il gran Cancelliere della Germania Ottone Von Bismark (1815 - 1898),
disse: "La politica non è una scienza esatta".
Ora da noi si pretende di condizionare le esattissime leggi
dell'economia con l'alchimia politica.
Il famoso naturalista inglese Tomaso Huxley (1825 - 1895), affermava:
- "Il denaro non dà nessuna soddisfazione se l'uomo non
se lo guadagna col lavoro: e poi mentre si lavora, non si ha il
tempo per spenderlo". A parte che in Italia il lavoro è
considerato un castigo di Dio e che il "fesso" che lavora,
molte volte, è anche deriso; i governanti, tempo fa, ripristinarono
l'ora legale per favorire i "ponti" più o meno lunghi,
le vacanze di fine settimane, e per avere più luce diurna per poter
scialacquare... e consumare benzina.
Dalla settimana corta si stava già pensando
di passare a quella... cortissima, mentre per le scuole già si profilavano
le vacanze... invernali per mandare i bambini a sciare con le loro
famiglie.
L'economia di uno Stato, come quella
di ogni singola famiglia, si basa oltre che sulla logica, che è
il contrario della politica, anche e principalmente sulla matematica
la quale non è una opinione come la politica, ma è una scienza esatta,
anzi esattissima, e quando non la si rispetta, prima o poi viene
a galla la verità.
Abbiamo visto e ascoltato, fino alla
noia, i vari, i troppi commentatori televisivi parlarci del MIRACOLO
ECONOMICO e specialmente dal tecnico in materia, il redattore
del Telegiornale, Pasquarelli, che quasi ogni sera dal video "elargiva"
miliardi a gogò, assicurandoci che il dollaro o la sterlina erano
carta straccia a confronto della lira. - La lira è uscita più
forte dalla crisi del dollaro - egli diceva - ora la nostra
moneta è nel "serpente". E non diceva, invece, che
era nel "sarpante" ( il sarpante, nel gergo militare,
è chi è addetto alle latrine).
Poi sapemmo che la lira fluttuava e fluttua
oggi, fluttua domani, è venuto il giorno in cui ci siamo accorti
di essere stati ..."f(l)uttu(a)ti".
Nessuno sa meglio dei marittimi torresi,
che quando la nave affonda, l'ultimo a porsi in salvo è il comandante.
Eppure, in questo disastroso naufragio della barca dello Stato,
i primi a mettersi al sicuro sono stati i DIRIGENTI STATALI
facendo approvare con "riserva" dal Parlamento, una
legge già respinta dalla Corte dei conti, perché non regolare, e
si sono... "f(l)uttu(a)ti" diverse centinai di miliardi
per super-liquidazioni e super-pensioni (tra i beneficiati anche
qualche grosso sindacalista). Dopo di ciò, i governanti si sono
accorti che lo Stato non funziona per mancanza di... funzionari.
Ora, scialacquatori o non, siamo chiamati, mediante pesante torchiatura,
a sborsare in un anno (dicono) 3 mila miliardi per salvare la lira
e si può essere più che sicuri: nessuno dei responsabili della catastrofe
economica, pagherà un soldo.Il perché è presto detto.
Dopo lo sperpero di molti miliardi, oltre
a quelli già citati, nel vano tentativo di abrogare... democraticamente,
una legge già approvata dal Parlamenti, con il REFERENDUM sul
divorzio e la GRANDE RAPINA da 45 miliardi, che si
ripeterà puntualmente ogni anno con i vari, frequenti, supplementi
per le spese elettorali, i responsabili della rovina economica del
Paese, hanno, sull'esempio dei più feroci delinquenti comuni, organizzato
la più grande ESTORSIONE DEL SECOLO ai
danni dei lavoratori e dei piccoli risparmiatori, facendo impallidire,
per lo smacco subito, i componenti delle varie "gang"
dediti ai sequestri di persona.
Parlano di 3 mila miliardi, ma sanno
benissimo che caveranno, esclusivamente dal sangue della povera
gente, non 3mila miliardi, ma TREMILA MILIARDI DI MILIARDI
e sanno anche che il "problema", come usano dire, sarà
risolto, continuando nello sperpero con il loro ulteriore arricchimento
assieme a quello dei loro compari e fiancheggiatori che pascolano
nelle tenere e sempre fresche erbe del sottobosco politico. E si
tratta, quasi sempre, di imprenditori improvvisati, di gente inetta
a qualsiasi mestiere, o buoni a nulla in campo professionale, malgrado
il "Dott." precede il loro..."riverito" nome.
Una volta, in simili contingenze, si
usava colpire i cosiddetti PESCECANI cioè coloro
che avevano tratto illeciti profitti dalla guerra o dalle conseguenze
della guerra, come nel caso attuale. Figuratevi!...lo fecero i governi
liberali degli "sporchi capitalisti" e persino il PUZZONE
a proposito del quale (e anche circa il valore della lira pur
se a quei tempi valeva molto di più) c'è da raccontare la seguente
STORIELLA
In territorio italiano, non ricordo
bene, pare a Stresa s'incontrarono il primo ministro inglese Chamberlain,
il premier francese Daladier e Mussolini (allora tutti gli leccavano
gli stivali). Seduti intorno ad un meraviglioso tavolo di marmo
cipollino, dopo un lauto pranzo, al momento di pagare il conto,
nacquero le solite schermaglie che si usano tra amici perché ognuno
di loro voleva l'onore di offrire. Il più anziano di loro, Sir Neville
Chamberlain, in omaggio al "duce" e alla "grandezza
romana" propose di pagare alla... medesima, cioè alla romana,
che consiste appunto nel pagare ognuno la propria quota.
Messi d'accordo, Chamberlain cavò di
tasca il borsellino, prese una sterlina d'oro recante l'immagine
di Giorgio V, e la fece cadere sul marmo del tavolo. Nell'impatto
la luccicante moneta, oltre ai bagliori del nobile metallo, emise
anche il suo non meno nobile suono.
Edouard Daladier, al canto suo, estrasse
dalla tasca un pesante pezzo d'argento da cento franchi, sul quale
c'era coniata "Marianna" e il motto Liberté-Egalité-Fraternité,
e quasi lo sbatté sul tavolo provocando un gradevolissimo e prolungato
tintinnio.
Mussolini, a sua volta, prese di tasca il portafogli
e dopo aver frugato tra le carte in esso contenute, estrasse un
biglietto da cinquanta lire, che una folata di brezza spirante dal
lago fece svolazzare, mentre egli lesto, tentava invano di afferrarlo.
La sua mano raggiunse l'azzurrino biglietto di banca soltanto nel
preciso istante in cui toccava terra. Un po' la panciera stretta,
un po' il cinturone, un po' lo stomaco pieno, fecero si che nel
chinarsi si udì, abbastanza forte, un rumore che non lasciava alcun
dubbio circa la sua provenienza. Il duce, mortificatissimo, roteava
gli occhi più velocemente del solito, mentre il rossore gli invadeva
il volto e gli altri due statisti si scambiavano delle occhiate
furtive. Fu Chamberlain a togliere Mussolini dall'imbarazzo quando,
con la sua innata flemma inglese, esclamò: - Non si preoccupi,
Eccellenza, ogni moneta ha il proprio suono!
Dopo la storiella, vi è piaciuta
o no, riprendiamo il filo per concludere che il denaro che manca
dalle casse dello Stato non è quello che si vuole estorcere alla
povera gente. Le moltissime migliaia di miliardi da recuperare,
o sono già all'estero oppure, in vista della "trobbea",
sono stati investiti in beni di natura pregiata... da gente facilmente
identificabile. Il salasso in corso servirà solo a rimandare di
poco la resa dei conti, che dovrà pur venire per Dio, ma non ad
evitarla.
L'imbecille, il fesso col botto, ascolta
le fesserie che gli propina la TELEVISIONE e non si domanda
perché, con tanti corrispondenti dislocati in ogni angolo del mondo,
non gli fanno mai sapere che "dice" di noi e dei nostri
governanti, la STAMPA ESTERA la quale già da anni prevedeva
la fine che abbiamo fatto, nel consigliarci di stringere un po'
il c...ordone della borsa. Al detto imbecille, gli fanno sapere,
invece, che in Russia non c'è LA LIBERTA' e i "culturati"
fanno sapere che il "martire" Solgenitsin ha scritto un
libro in cui denunzia gli "orrori" dei campi di concentramento.
Lo scrittore, o secondo i fessi l'"eroe",
ne ha già scritti diversi. Con diritti d'autore e il premio Nobel,
ha accumulato tanti, ma tanti, quattrini per cui non gli conviene
essere un socialista. E siccome l'ultimo libro che ha scritto ha
per titolo ARCIPELAGO GULAG bene hanno fatto le autorità
sovietiche nel prenderlo con le mole e mandarlo a fare la Gul...ag.
Quindi per non esser presi per fessi
dai novelli "Mario Appelius", "Ezio Maria Gray"
e "Giovanni Ansaldo"", con le loro (nuove...) CRONACHE
DEL REGIME è preferibile girare l'interruttore e parlare un
po' di PALLONE incominciando così col dire subito che, a
Roma alcuni tifosi, esasperati per la sconfitta subita dalla nazionale
di calcio italiana ad opera della più meritevole squadra polacca,
invece di prendersela con i loro beniamini dalle gambe molli e dal
fiato corto, hanno "bombardato" il portone dell'ambasciata
di Polonia con uova marce e pomodori e che, sempre a Roma, un giovane
ventunenne, certo Franco Pera, si è tagliato le vene dei polsi...perché
Gigi Riva non aveva segnato...
E' bene non procedere oltre su questo argomento
per evitare litigi col mio Direttore, il quale dirà certamente che
l'anormale sono io e che non capisco niente di sport. Forse avrà
anche ragione, ma che volete io non provo nessun interesse per il
pallone a qualsiasi livello. Sono refrattario. Perciò passiamo alle
cose di casa nostra, cioè a quelle di TORRE
DEL GRECO incominciando da Villa Vallelonga che per essere...longa,
attende da "longo" tempo di essere salvata. In questi
giorni hanno nominato anche i "membri"delle commissioni
addette all'opera di salvataggio. Non mi viene nemmeno la voglia
di aggiungere altro, perché penso che qualche..."longa"
mano è tesa su quel nobile edificio e che il suo destino è stato
già deciso.
Qualche cosa, però, c'è da dire sulla
FESTA DEI QUATTRO ALTARI che anche quest'anno è calata
paurosamente di tono, fatta eccezione per i tappeti floreali dove
i giovani artisti torresi, nel migliorare la loro esecuzione, hanno
dato un pò di prestigio alla scadentissima manifestazione. Ma è
stata come la classica goccia d'acqua nell'oceano.
Come tutte le cose sacrificate in nome del falso progresso, anche
questa superba manifestazione di Arte e di Fede, orgoglio del popolo
torrese, è stata degradata e resa cafona sotto tutti i punti di
vista. Ma sanno i signori del Comitato quale responsabilità assumono?
Sanno che cosa è la festa del Corpus Domini? Conoscono le
sue caratteristiche obbligatorie? Qualcuno ha fatto mai capire loro
che la data non deve essere spostata a capriccio?
Occorre innanzi tutto, com'è prescritto
dalla Chiesa, "inchiodare" la data della festa sull'OTTAVA
della solennità del Corpus Domini e ridare alla festa il suo
inconfondibile carattere, conservato nel corso dei secoli e scrupolosamente
rispettato dai torresi prima che sopraggiungessero i cafoni.
Più di una festa qualsiasi, la nostra
è una grande solennità religiosa, è la più grande festa della Cristianità
e Torre del Greco, nella stessa
data commemora il suo RISCATTO BARONALE.
Ori, drappi, festoni, grandi giardini,
ornamenti floreali e simboli Eucaristici, oltre agli altari, fontane,
quadri e statue, erano e sono le caratteristiche della solennissima
celebrazione, fin dal 1264 da quando, cioè, Papa Urbano IV la istituì.
Togliere uno soltanto di questi elementi, ognuno dei quali ha il
suo preciso significato, vuol dire non essere all'altezza del compito
e di questo, non abbiamo alcun dubbio.
Come dicevamo prima, la festa deve durare,
come prescrive la regola, limitatamente ai giorni di mercoledì e
giovedì dopo la solennità del Corpus Domini, non dando ascolto a
chi dice che, essendo la festa infrasettimanale, non vengono i forestieri.
Verranno certamente quando vedranno la festa com'era una volta.
Se poi veramente non venissero..salut'a nuie!.
Altre ferree decisioni da prendere (lo
so che sto parlando col Kaiser): Cacciare, possibilmente in modo
violento, i cantanti e i concertini, siano oppure no della RAI-TV,
con i loro presentatori e gli "ospiti d'onore" (fosse
anche Franco Franchi); ripristinare i lussureggianti giardini; intrecciare,
in alto, per le strade e per le piazze, migliaia di festoni, addobbi
floreali e drappeggi, e CHIUDERE il centro urbano
alla circolazione di qualsiasi veicolo, comprese le carrozzine dei
bambini (per queste creare, per tutto l'anno, l'isola pedonale).
Avendo come si è detto, la festa una
durata limitata si può avere la pretesa di chiedere agli automobilisti
di togliersi, almeno per un giorno, dalle...pal...izzate che, naturalmente,
andrebbero smontate immediatamente dopo la chiusura della festa.
Insomma la manifestazione dev'essere sfarzosa, artistica (per davvero)
e deve durare, come una volta, una notte soltanto.
Persistendo, caparbiamente nell'attuale
degenerata formula, invece di celebrare la festa del Riscatto, facciamo,
invece, la festa del RI...SCHIATTO dato che, ogni anno, c'è
solo 'a schiattà 'ncuorpo, nel vedere le solite miserabili,
"fetecchie" senza alcun significato. Se poi non si hanno
i mezzi, se la presunzione di certi "artisti" ne impedisce
la realizzazione, se non si ha il coraggio di fare tutto quanto
si è detto, si abbia almeno il buon senso di sopprimerla, evitando
così di far CADERE nel ridicolo la "città degli artisti",
come l'hanno fatto CADERE i politici che hanno fatto CADERE
l'Amministrazione Comunale.
A proposito di quest'ennesima crisi al
Comune, dovete beccarvi quest'altra STORIELLA con la quale
saprete perché i componenti la nostra civica amministrazione non
vanno, né potranno andare mai, d'accordo.
Quando Federico II fece di Napoli la capitale
del Regno, per difenderla dai pirati saraceni, fece costruire lungo
tutto il litorale del golfo diverse torri, tra le quali la Turris
Octava. Poi, per costituire la guarnigione di detta torre, fece
venire dalla Sicilia uomini della colonia greca di quell'isola,
credendo che, essendo greci anche gli abitanti della plaga vesuviana,
avrebbero potuto più facilmente andare d'accordo tra loro. Federico,
pur essendo un grand'uomo, si sbagliò di grosso: i greci del luogo
non andarono d'accordo con i greci venuti dalla Sicilia e quest'ultimi
dovettero ritornare nella loro terra di Trinacria. Ancora oggi è
vivo il detto siciliano: "Ntra Grieci e Grieci nun ce vinni
abbrascio" (Tra Greci e Greci non ci venne abbraccio).
Né si è mai saputo chi erano i più turbolenti.
Ecco perché lo STATO del nostro Comune
è STATO portato allo stesso STATO dello STATO e non sappiamo chi
è STATO.
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