La città di Torre del Greco (ab. 82.570, dati ISTAT 2017) sorge al centro del golfo di Napoli, alle falde del Vesuvio, e si estende su un territorio di kmq 30,080 con un litorale di circa 10 km.
Torre del Greco, per numero di abitanti, è la quarta città della Campania dopo Napoli, Salerno e Giugliano. Per la sua vicinanza al Vesuvio fu più volte distrutta, specialmente nelle eruzioni del dicembre del 1631, del 5 giugno 1794 e dell’8 dicembre 1861, ma essa risorse sempre dalle rovine, non a caso nel suo stemma campeggia il motto dell’Araba fenice: “Post fata resurgo”.
Sin dai tempi antichi è stata rinomata stazione climatica per la sua temperatura particolarmente mite in ogni stagione nonché per l’aria resa salubre dalle distese di boschi e di pinete che la contornano e che per le sue particolari qualità terapeutiche è stata vivamente consigliata e apprezzata da illustri clinici. All’uopo si ricorda che qui ha soggiornato, per lunghi periodi degli ultimi anni della sua vita, Giacomo Leopardi, nel tentativo di guarire dalla idropisia che lo affliggeva.
Torre del Greco dista da Napoli appena 12 km. ed è raggiungibile dal capoluogo sia per la strada statale che per l’autostrada Napoli-Salerno (caselli di Torre del Greco e Torre Annunziata nord). Due sono anche le stazioni di Trenitalia: Torre del Greco e S. Maria La Bruna, molte più numerose le stazioni della Circumvesuviana (è la cittadina che conta il maggior numero di stazioni, ben 7): Torre del Greco, S.Antonio, Via del Monte, Via dei Monaci, Villa delle Ginestre, Leopardi, Via Viuli (Palazzo di Giustizia).
Torre del Greco è ancora giustamente famosa nel mondo per la pesca del corallo e la sua pregiata lavorazione artigianale, unitamente a quella del cammeo e della madreperla. La lavorazione del corallo ha tradizioni secolari: essa veniva esercitata fin dai tempi remoti, e il reddito dei corallari era così ingente che Ferdinando IV di Borbone chiamò la città “Spugna d’oro” del suo regno. Già nel 1500 i torresi si spingevano a pescare il corallo nel mare della Corsica e della Sardegna, e nel 1688 avevano oltre 400 barche adibite alla suddetta pesca; nel 1780 si avventuravano sulle coste dell’Africa vincendo la concorrenza di Trapani, Genova, Livorno e Marsiglia.
Tale tradizione artistica viene ancora oggi rinnovata e tramandata dall’antica Scuola d’incisione e lavorazione del corallo (oggi Liceo artistico), annessa al relativo Museo.
Fiorente è pure l’industria della floricoltura, in particolare del garofano, una delle più importanti d’Italia, regge ancora il settore della carpenteria navale.
Notevole importanza riveste anche il settore della ristorazione che può vantare un buon numero di operatori di fama nazionale.
Frazioni – località (con le distanze dal centro): Cappella Nuova (km.4), Leopardi (km.4,9), Ponte della Gatta (km.3,4), Scappi, Cappella Bianchini, Cappella Carotenuto (km.2,4), Montedoro (km.1,5), S. Maria La Bruna (km.4), Portosalvo (km.0,3), Camaldoli (km.2,1), Calastro (km.0,5), Litoranea (km.2,6).
Feste – manifestazioni: Festa dei Quattro Altari (giugno). Festa del Carro dell’Immacolata (8 dicembre). Festa di San Vincenzo Romano (ottobre).